Erba, una “600” sul dirupo
Mistero in Valle Bova

Forse la carcassa del veicolo è lì dagli anni Sessanta, ma come ci è arrivata?

C’è un mistero in Valle Bova, un mistero che arriva fino a noi dagli anni Sessanta o Settanta, una Fiat 600 trovata al centro della valle non lontano dal Buco del Piombo.

A scoprire i resti di questa auto è stato Simone Pozzoli, l’utilitaria è in una posizione complessa sopra una parete di roccia in mezzo al nulla e il mistero è come sia arrivata fin qui. Quale storia ci sia dietro vorrebbe conoscerla anche Pozzoli, che è un accompagnatore di media montagna.

Pozzoli è un grande conoscitore della Valle Bova in cui organizza le sue escursioni ma in tanti anni non aveva mai scoperto l’auto fino ad alcuni giorni fa.

«La Valle Bova è in pratica il mio ufficio, quasi tutti i giorni ci passo almeno un’ora, a volte per le escursioni organizzate altre per preparare i tracciati o solo per scoprire nuovi punti d’interesse – racconta -Quella 600 non l’ho mai vista, pur passandoci sopra o sotto, mi ci sono imbattuto quasi per caso ma presumibilmente l’ho vista perché deve essersi spostata scivolando a valle. Ho percorso un affluente del Bova e ho notato uno pneumatico quindi, incuriosito, sono andato a vedere cosa c’era e ho trovato l’auto».

La 600 è stato prodotta dal 1955 al 1969 e potrebbe trovarsi in Valle Bova da cinquant’anni. «Parte della carrozzeria è sommersa dai sassi. Vista così sembra una Fiat 600, ma non sono un esperto di auto. Di questa macchina non ho mai sentito parlare dai più anziani e quando l’ho individuata ho chiesto informazioni ma nessuno ha saputo dirmi nulla, m’incuriosisce la sua storia. Forse è scivolata a valle dal sentiero che porta al Buco del Piombo ma come mai è arrivata fin qui è davvero un mistero. È stata la bravata di ragazzi dell’epoca? Era un’auto da far sparire? M’incuriosisce ricostruirne la storia e spero che qualcuno mi possa aiutare».

Non è il caso di andare alla ricerca della carcassa dell’auto perché si trova in un punto pericoloso. «È completamente fuori sentiero e per arrivarci ci sono dei passaggi pericolosi: è un tratto franoso ed esposto - afferma Simone Pozzoli - Per altro ormai è parte del luogo. Lasciamo l’auto lì e cerchiamo piuttosto di capire quale storia c’è dietro».

(Giovanni Cristiani)

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