Eluana, i dubbi del Colle
"frenano" il decreto

Tramonta l'idea di un provvedimento per bloccare il protocollo che porterà alla morte la giovane lecchese in coma da 17 anni e attualmente ricoverata alla casa di riposo La Quiete di Udine

LECCO - La vicenda umana di Eluana Englaro non si risolverà, salvo colpi di scena, con un decreto del governo. Silvio Berlusconi ha a lungo riflettuto sulla possibilità di impedire, con un atto dell’esecutivo, l’interruzione della nutrizione forzata per la ragazza lombarda, in stato vegetativo da diciassette anni dopo un’incidente d’auto. Ma l’ipotesi del decreto sembra essere tramontata a causa delle divisioni all'interno della stessa maggioranza. Anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano sembra contrario, convinto che il decreto non sia strumento legislativo adatto ad un caso del genere. Il Colle non conferma nè smentisce.
Ora, in alternativa al decreto, il ministro della Salute Sacconi sta tentando altre vie, di tipo amministrativo. «Valutiamo la possibilità di fare ispezioni nella clinica di Udine e verificare che questa operi nella legalità, cosa di cui non siamo certi - aveva spiegato il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella - Aspettiamo ulteriori informazioni dal presidente della Regione, Tondo. Ma c’è poco tempo, quando si comincia a togliere acqua ci sono danni irreversibili già dopo quattro giorni».

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