da gattofilo impenitente - da quando sono al mondo in casa mia ci sono sempre stati mici di ogni tipo e colore - non posso non ricordare oggi la Festa nazionale del gatto, inventata nel 1990 dalla giornalista Claudia Angeletti e diventata negli anni un vero e proprio happening felino in diverse parti d'Italia. Ci si ritrova per parlare dei nostri beniamini, ma anche per presentare libri in materia, e soprattutto raccogliere fondi per i mici abbandonati e i gattili.
Il gatto, da sempre amato delle persone sensibili, poeti, scrittori, pittori e musicisti, sta vivendo un periodo di fortunata riscoperta, anche se non mancano i rigurgiti medievali di chi rapisce i gatti neri per sacrificarli nei siti satanici. L'ignoranza e la cattiveria, del resto, hanno spesso connotato la specie umana nei confronti del piccolo felino domestico, che trova però una larghissima fetta di adoratori in tutte le classi sociali.
Signore raffinato e un po' snob, pigro e sensuale quando è in casa, il gatto si trasforma in predatore spietato non appena esce in giardino, tanto da non rispondere nemmeno all'amico umano perché tutto preso da suoni e odori. Un vero amante della vita, per il quale ogni giorno è una festa.
Giacomo Villarosa
Lecco
Caro Villarosa,
proprio per ricordarne l'aura di mistero che lo circonda è stato scelto il giorno 17 per celebrare il gatto, una data un po' cabalistica (1 e 7 secondo gli inventori starebbero a simboleggiare una e sette vite) e ancor di più quest'anno, che cade di venerdì. Siamo nel segno dell'Acquario, che - dicono - contraddistingue gli spiriti indipendenti e liberi, e il gatto incarna questa figura solitaria ma nel contempo desiderosa di contatti e di affetto. Del resto, ricordava Hippolyte Taine: «Ho studiato molti filosofi e molti gatti: la saggezza del gatto è infinitamente superiore».
Vittorio Colombo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA