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Venerdì 08 Febbraio 2013
Corsa a piedi nudi
nella neve di Aprica
Perché mai si dovrebbe aver voglia di correre a piedi scalzi sulla neve? Per provare qualcosa di nuovo in questo mondo in cui nulla si vuole intentato? Forse. Ma questa volta il fine è più edificante e nobile. Con questo gesto si vuole ricordare e raccontare la sofferenza e la morte dei soldati in Russia durante la ritirata da Nikolajevka
Dopo la battaglia di Nikolajewka si contarono 13.420 uomini usciti dalla "sacca" del Don, più altri 7.500 feriti o congelati. Circa 40mila uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. La neve non era più bianca, ma rossa di sangue, come ha scritto Rigoni Stern che ha vissuto sulla sua pelle quei tragici momenti.
L'iniziativa "Impronta Coraggio" di Maurizio Cavagna in collaborazione con il Comune di Aprica è volta a fare memoria su una delle vicende più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale, prendere maggiore coscienza dei conflitti tuttora in corso riflettendo sui significati della guerra e della pace: capire il passato, agire il presente e dirigersi verso il futuro che si desidera.
"Ricordare per capire: Nikolajevka insegni" è l'evento con carattere storico, sportivo e culturale che sabato 2 e domenica 3 marzo si terrà ad Aprica aperto a tutti, bambini e adulti. «L'evento principale è la corsa a piedi nudi sulla neve, da svolgersi su un anello di 500 metri da percorrere tre volte - spiega Cavagna -. Lungo il percorso la pista offre alcuni punti di ristoro per i piedi, con coperte e tessuti adagiati sulla neve. Prima e dopo la gara sono previsti due momenti collettivi al coperto per la preparazione al freddo, la tutela della salute dei piedi e l'ascolto delle proprie sensazioni ed emozioni. I primi passi a piedi nudi sulla neve risalgono al gennaio 2006. Da episodio individuale ora l'appuntamento è diventato itinerante. Itinerante come sono le guerre odierne, nelle varie parti del mondo».
Fino ad ora questa manifestazione non ha avuto nessun tipo di sponsorizzazione e di finanziamento perché la due giorni si rifà ad una guerra, il fatto di non aver nessun tipo di sponsorizzazione visiva ha il significato simbolico che nessuna guerra deve avere uno sponsor ovvero nessuno deve guadagnare con la morte di altre persone.
«Oggi tutto è messo sotto la luce del denaro e di uno sponsor - prosegue -. Si vuole offrire invece un'altra via di scambio che è appunto la gioia di dare e di ricevere. Uno degli insegnamenti che la Ritirata di Russia trasmette è proprio questo: tante donne russe hanno dato ospitalità e cibo ai nostri soldati, salvandoli, senza che fosse l'uso del denaro a mediare. Sono partito da un evento tragico, la guerra, ma ritengo sia importante non soltanto ricordare e prendere consapevolezza degli orrori, ma anche del potere che ognuno di noi ha per contribuire ad un benessere reciproco, per scegliere in ogni momento, se andare nella direzione della vita o del dolore».
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