Codice degli appalti
I costruttori di Ance
«Servirà vigilare»

La riforma I timori del presidente Lecco Sondrio, Piazza «Potrebbe esserci un problema di trasparenza e di esclusione di concorrenza: noi controlleremo»

L’allarme lanciato dal presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, sul rischio che con il nuovo Codice degli appalti approvato martedì scorso dal Governo l’assegnazione senza gara per i lavori pubblici sotto i 150mila euro generi favoritismi e corruzione frenando anche la crescita del tessuto di imprese non sembra preoccupare più di tanto i costruttori di Ance e dell’artigianato edile locale.

Mentre anche Cgil e Uil annunciano che scenderanno in piazza contro il nuovo “Codice Salvini”, in diversa misura l’edilizia industriale e artigiana locale vede con favore il nuovo strumento che sarà in vigore da domani, 1 aprile, ma che diventerà operativo l’1 luglio, mentre uno dei cardini della riforma, la digitalizzazione degli appalti, partirà l’1 gennaio 2024.

Le nuove regole di burocrazia semplificata in tre fasi riguardano un impianto normativo che fissa per scritto due principi fondamentali: il “principio del risultato”, che ha a che vedere con la rapidità dell’esecuzione dei lavori e con il miglior rapporto qualità-prezzo basato sul rispetto di vincoli di legalità, trasparenza e concorrenza; il “principio della fiducia” che chiede che le pubbliche amministrazioni e le imprese agiscano in trasparenza e assicurando correttezza e trasparenza.

Principi che secondo il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, sono minati alla base dalla liberalizzazione delle assegnazioni dirette o negoziate, senza bando, col risultato, ha affermato Busia, di sottrarre alla concorrenza il 98,3% dei lavori. Tale è infatti la quota di cantieri che nel 2021 è stata assegnata senza gara in quanto sotto la soglia comunitaria dei 5 milioni di euro.

«Ci faremo promotrici»

«La nuova misura va nella direzione giusta, ma sarà necessario un monitoraggio della sua applicazione», afferma il presidente di Ance Lecco Sondrio, Sergio Piazza che riprende quanto affermato dalla presidente nazionale, Federica Brancaccio, la quale ha espresso soddisfazione sui passaggi che riguardano l’illecito professionale e la revisione dei prezzi ma che si è anche detta preoccupata su trasparenza e concorrenza.

«Dal momento che ci sono affidamenti diretti fino a soglie economiche elevate - afferma Piazza - potrebbe esserci un problema di trasparenza e di esclusione di concorrenza, perciò serve un monitoraggio di cui la nostra associazione si farà promotrice, visto che uno dei nostri compiti è tutelare gli iscritti».

E se a Lecco o a Sondrio a ottenere troppo spesso gli appalti sarà un’azienda anch’essa da tutelare, in quanto iscritta ad Ance, per Piazza «a quel punto la verifica vera, che per noi conta, riguarda solo il fatto che quell’azienda operi nella legalità, il resto riguarda le competenze e la qualità di lavoro che un’azienda mette in campo per restare sul mercato».

«Gli aspetti premianti»

Fra gli aspetti qualificanti del nuovo Codice appalti Piazza cita la depenalizzazione della firma che ora evita la colpa grave per dirigenti e funzionari se avranno agito in base alle norme o ai pareri dell’autorità.

Bene anche, aggiunge Piazza, per il principio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, «che non è certo l’offerta al massimo ribasso. L’aspetto del prezzo di certo conta ma contano anche i cosiddetti K tecnici, aspetti premianti che riguardano una serie di aspetti qualitativi di un’azienda e del suo modo di lavorare. Più si fanno pesare i fattori K e più ci si allontana dalle assegnazioni al minor prezzo. E per un’impresa capace di dare determinate garanzie di certi standard in certificazione e qualità la corruzione è già esclusa».

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