Civate, Investì e uccise Chetra
Stanco dei lavori utili vuole tornare in cella

Civate Filippo Di Benedetto stava scontando la pena in una comunità brianzola con la misura alternativa trasferito in carcere: «Troppo lavoro, non si respira»

Stanco dei lavori di pubblica utilità, ha chiesto di tornare in cella. Sconterà dunque in carcere il resto della pena l’uomo che, la sera del 17 maggio 2019, ha travolto, lungo la statale 36, il giovane civatese Chetra Sponsiello, morto a 22 anni mentre un’ambulanza lo stava trasportando a sirene spiegate all’ospedale Niguarda di Milano.

Non ha resistito

Ospite dal 21 novembre dello scorso anno di una comunità brianzola dove stava scontando la pena con la misura alternativa dell’affidamento in prova ai Servizi sociali, Filippo Di Benedetto, 38 anni, residente a Seregno, non ce l’ha fatta più. I ritmi della comunità sarebbero stati definiti dall’uomo troppo intensi: «Non ci lasciano respirare, meglio la cella che tutto quel lavoro», avrebbe detto ai carabinieri. Avrebbe, insomma, pensato che, in fondo, sarebbe stato più confortevole scontare la pena in carcere anziché beneficiare dell’opportunità della vita in comunità.

L’alternativa al regime di restrizione carceraria o domiciliare, in omaggio alla funzione rieducativa della pena, mira a favorire, attraverso una minore compressione della libertà personale, il reinserimento sociale del condannato. Ma Di Benedetto ha resistito poche mesi. Nelle scorse ore i carabinieri della stazione di Besana in Brianza lo hanno così prelevato dalla struttura e trasferito nella casa circondariale di Monza.

Il seregnese era stato condannato il 2 luglio del 2020 a sette anni e quattro mesi di reclusione dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Monza Silvia Pansini al termine del processo con il rito abbreviato. Imputato per le ipotesi di reato omicidio stradale (aggravato dallo stato di ebbrezza e dall’essersi messo alla guida di un auto senza patente), oltre che di fuga, per la tragica morte di Chetra.

La dinamica

Quel venerdì sera il civatese era al volante della sua Seat Ibiza con un’amica allora di 21 anni di Olginate, rimasta illesa ma testimone del dramma. Secondo la ricostruzione dei fatti operata dalla Polizia stradale di Seregno, inizialmente il ragazzo sarebbe rimasto coinvolto in un banale tamponamento sulla superstrada in direzione Milano, in prossimità dell’uscita di Monza centro. L’auto del giovane aveva urtato l’Audi guidata da un 46enne di Desio. Quando i conducenti e gli occupanti dei due veicoli scesero per constatare i danni, sul gruppetto si abbatté la Opel Corsa condotta da Di Benedetto. L’uomo sarebbe stato visto al volante ma poi allontanarsi dalla scena dell’incidente.

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