Annone: cartelli in dialetto
contro la nuova cava

Il sindaco: «Per giustificare la proposta di un sito estrattivo di sabbia e ghiaia alle porte del nostro paese, viene ipotizzato un fabbisogno che il Lecchese manifesterebbe nel prossimo decennio, pari a 733 mila metri cubi di materiale, in una fase di paralisi dell'edilizia»

ANNONE Non tornano neppure agli amministratori pubblici i conti del nuovo "piano cave" provinciale: Carlo Colombo - dopo la multinazionale Holcim - rigetta le cifre dalle quali partono i tecnici della Provincia.

Dice: «Per giustificare la proposta di un sito estrattivo di sabbia e ghiaia alle porte del nostro paese, viene ipotizzato un fabbisogno che il Lecchese manifesterebbe nel prossimo decennio, pari a 733 mila metri cubi di materiale, in una fase di paralisi dell'edilizia; guarda caso, il piano provinciale precedente ne autorizzava 300 mila soltanto, ovvero il potenziale della sola cava Mossini di Galbiate, per la quale sorsero però poi difficoltà tali da indurre i proprietari a non presentare mai alcuna la domanda di attivazione: il sito è rimasto intatto, così, dal 2001 in poi; non è stato estratto nemmeno un metro cubo nell'intera provincia e ciò nel decennio di boom del settore».

Colombo, peraltro, deve identificare chi additare nei propri cartelli: «Siccome il sito estrattivo si troverebbe proprio all'ingresso del paese dalla statale 36, è nostra intenzione - conferma - installare una segnaletica del tipo: "Scempio realizzato col contributo della Provincia di Lecco" se si deciderà di sfruttare davvero quel giacimento; penso che li installeremo bilingue: con la scritta anche in dialetto».

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