Abito su misura per un partito più coraggioso

Sarebbe ora che il centrosinistra rivedesse il suo atteggiamento nei confronti del Nord

Mi ha molto colpito la presa di posizione del sindaco di Torino Sergio Chiamparino che chiede ai vertici del Partito Democratico una maggiore autonomia del Nord. E mi ha altrettanto colpito la chiusura da parte del leader Veltroni e dei vertici milanesi: mi domando, non sarebbe ora che il centrosinistra rivedesse la sua politica in questa zona d’Italia dove, altrimenti, resterà minoranza a vita? Perché il centralismo romano prevale sempre sulle esigenze della gente?

Emma Bottinelli

Il Partito democratico avrebbe dovuto rivedere l’atteggiamento verso il Nord sin dall’atto della sua costituzione. Ma anche coloro che, come Chiamparino e Cacciari, hanno successivamente chiesto una forte autonomia nel territorio che va dal Piemonte al Friuli deviando per l’Emilia Romagna, allora si contentarono della vaga promessa di Veltroni di allestire una "struttura federale". Cosa che non vuol dire nulla, se le decisioni fondamentali (comprese le candidature elettorali) si séguitano a prendere a Roma, se è Roma a tenere sottochiave la cassa aprendola quando e per chi vuole, e se di fronte a una forte provocazione - qual è stata quella recente del sindaco di Torino - i primi ad allinearsi alla chiusura a riccio di Roma sono i segretari regionali del Nord. Di tutto il Nord. Che l’errore veltroniano sia grave, qui lo capiamo assai bene. E ci risulta incomprensibile che il Pd non creda alla possibilità di successo nello sfidare la Lega in casa sua. Non è vero che, messi di fronte alla scelta tra originale e copia, gli elettori sceglierebbero l’originale. Lo farebbero se il Pd del Nord si camuffasse da Lega rossa o biancorossa o biancorossoverde, ma non lo farebbero se si presentasse con un abito originale. E quest’abito è realizzabile, basta intesserlo a misura dei tanti insoddisfatti delle nostre parti, e con quel materiale che repelle l’ingiustizia, l’irresponsabilità, l’iniquità. Anche la Lega predilige panni simili, ma essendo ormai da lungo tempo partito di governo, è obbligata talvolta a dividerli con quelli di alleati fatti non della sua stessa stoffa, e lascia spazio alla concorrenza di modelli meno condizionati dalla moda al potere. Cioè a un radicalismo, territoriale e no, che sappia far breccia nei moderati. Un’idea stravagante, un sogno ingenuo, un’illusoria speranza? Proprio così molti definivano, vent’anni fa, il movimento creato da Bossi. Alcuni di loro sono gli stessi che ostacolano oggi i movimenti di Chiamparino, Cacciari ed altri: gli preferiscono l’immobilismo, ignorando che precede la rigidità del decesso. Politico, naturalmente.

Max Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA