Crollo S. Giuliano; Familiari delle vittime: Giustizia è fatta
Campobasso, 26 feb. (Apcom) - "Giustizia è stata fatta": i
familiari delle vittime della scuola Jovine di San Giuliano di
Puglia, crollata dopo il terremoto del 31 ottobre 2002, hanno
accolto così la sentenza della Corte d'Appello di Campobasso, che
non ha confermato la sentenza di assoluzione di primo grado e su
sei imputati, ne ha condannati cinque con l'accusa di omicidio e
disastro colposo, per la morte dei 27 alunni e di una maestra,
rimasti sepolti sotto le macerie.
Alle 18.50 di ieri, al termine della lettura da parte del
giudice, Mario
Iapaolo, è scoppiato un applauso liberatorio e poi è stata la
volta di abbracci e lacrime. "Non ci può essere sollievo dopo la
perdita di un figlio - hanno detto alcune mamme in aula - ma se
non altro ora possiamo tornare a credere nella giustizia
italiana". Per il presidente del Comitato vittime di San Giuliano
di Puglia, Antonio Morelli, "questa è una sentenza che ridà
dignità alle vittime".
"Non è una vittoria, ma semplicemente giustizia", è stato,
invece, il commento secco del procuratore generale, Claudio Di
Ruzza, che aveva chiesto per tutti dai tre ai sette anni di
carcere. Su sei imputati, cinque sono stati condannati con
l'accusa di omicidio e disastro colposo per le responsabilità
nella morte dei 27 alunni e di una maestra, rimasti sepolti sotto
le macerie. Solo Giuseppe Uliano, costruttore dell'edificio
realizzato 40 anni fa è stato assolto dalle accuse. L'ex sindaco
Antonio Borrelli, che nel crollo ha perso una figlia, dovrà
scontare due anni e undici mesi di carcere. Il tecnico comunale,
Mario Marinaro, è stato condannato a sei anni e dieci mesi così
come il progettista della sopraelevazione della scuola, Giuseppe
La Serra.
Ai titolari delle due ditte che avevano effettuato le modifiche
alla struttura, i giudici hanno inflitto la pena di cinque anni a
testa. Visibilmente contrariati i legali degli imputati che hanno
già annunciato di voler andare avanti nel terzo grado di
giudizio. Il processo si è svolto nella Caserma regionale dei
carabinieri di Campobasso, per motivi di sicurezza, ed è durato
tredici udienze. In primo grado tutti e sei gli imputai erano
stati assolti da tutte le accuse.
Gla