Sondrio, trasferimenti dei sacerdoti
Protesta dei giovani e dei fedeli

Ha suscitato discussioni e nuove polemiche l'annuncio della riorganizzazione degli incarichi dei vicari parrocchiali nei centri pastorali della città, compiuto nel corso delle messe di ieri e di sabato sera.

SONDRIOHa suscitato discussioni e nuove polemiche l'annuncio della riorganizzazione degli incarichi dei vicari parrocchiali nei centri pastorali della città, compiuto nel corso delle messe di ieri e di sabato sera.


Durante le celebrazioni non è stato, infatti, comunicato solamente il trasferimento di don Stefano Arcara, impegnato al Sacro Cuore dal settembre 2010, ma è anche stato spiegato che don Roberto Secchi, impegnato alla Beata Vergine del Rosario da nemmeno un anno, prenderà il suo posto.


Sostituto nell'oratorio del quartiere di viale Milano sarà don Michele Parolini, originario di Lanzada e attualmente vicario nella Comunità pastorale di Uggiate e Ronago (Co), che giungerà in città durante l'estate.


«Il Vescovo, nel suo compito delicato e difficile di assegnare i sacerdoti alle comunità parrocchiali - così recitava il comunicato predisposto dall'arciprete, monsignor Marco Zubiani -, ha chiesto a don Stefano, che ha accettato, la disponibilità ad assumere un nuovo impegno pastorale. Ringraziamo don Stefano per il lavoro svolto tra di noi e preghiamo il Signore che lo accompagni con la sua benedizione nella sua nuova comunità. Alla città di Sondrio viene affidato un nuovo sacerdote: don Michele Parolini, originario della Valmalenco, che alloggerà in arcipretura. Viene confermata la presenza tra noi di don Roberto che trasferirà la propria abitazione presso l'oratorio Sacro Cuore. Si conferma la prospettiva di una collaborazione sempre più stretta tra i sacerdoti dei vari centri pastorali della città». Al termine della Messa di ieri mattina al Sacro Cuore, don Stefano ha voluto aggiungere un commento personale al comunicato.


«Vado via molto sereno e con gioia - ha affermato -, perché questa è una decisione del vescovo. Però vorrei sottolineare un aspetto importante, che ho detto anche ai miei superiori: che non si dica - ha aggiunto tra gli applausi dei presenti - che questa cosa qui l'ho scelta io». Poi il sacerdote, con il suo stile semplice, ha chiesto di non organizzare feste o pranzi per salutarlo. «Il ministero è un servizio - ha aggiunto -: si serve e poi si va. Il grazie più bello è quello che ci si dice guardandosi negli occhi».


Subito dopo gli annunci, sia al Sacro Cuore che al Rosario, sono cominciati i confronti e le discussioni perplesse tra i parrocchiani, non tanto per i trasferimenti dei sacerdoti, ma per una difficoltà a leggere un progetto chiaro dietro alle scelte compiute.


Un concetto che è stato spiegato in un comunicato che i giovani dell'oratorio Sacro Cuore hanno redatto per spiegare i motivi di un eloquente gesto compiuto nel tardo pomeriggio di ieri, quando dal campanile della chiesa di via Aldo Moro hanno calato un grande striscione con un punto interrogativo. Anche nella comunità del Rosario non è mancata la perplessità dopo la notizia che don Roberto lavorerà, dopo pochi mesi, principalmente in un altro oratorio. Interpellato sulla situazione, monsignor Zubiani ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

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