Super bloccata, la proposta:
«Far viaggiare di notte solo i Tir»

Riservare la vecchia strada che costeggia il lago ai mezzi sopra le 44 tonnellate di notte vietando il transito a tutto il resto, tranne che alle auto. E' la proposta fatta dal titolare di un'azienda di trasporti Tipes del Lecchese per risolvere i problemi di collegamento con la Valtellina

SONDRIO Riservare la vecchia strada che costeggia il lago ai mezzi sopra le 44 tonnellate di notte vietando il transito a tutto il resto, tranne che alle auto. E' la proposta fatta dal titolare di un'azienda di trasporti Tipes del Lecchese, un fatturato da 36 milioni nel 2012 con un milione di tonnellate di merci trasportate, gran parte dei problemi di collegamento con la Valtellina potrebbero essere risolti.


«Sulla vecchia strada ci sono alcuni punti in cui due grossi camion in contemporanea non passano - sottolinea Panzeri -. Questo comporta rallentamenti. Così se prima sulla super si poteva viaggiare con una media di 50 km all'ora, oggi sulla vecchia strada non si va oltre i 20 km all'ora. Di conseguenza, per coprire i 150 chilometri tra Milano e Sondrio oggi occorrono 9 ore invece delle normali tre, tre e mezza».


Per evitare che la chiusura della Monte Piazzo abbia effetti devastanti sui conti delle aziende di trasporto, Panzeri propone una soluzione drastica ma in grado di alleggerire i problemi.


«Se di giorno si vieta il passaggio dei bilici sulla vecchia strada, riservandola però di notte tra le venti e le ventuno e le sei e le sette del mattino, i camionisti potrebbero sicuramente viaggiare con maggiore tranquillità e velocità».


Secondo Panzeri, sinora questa soluzione non è stata presa in considerazione perché «si dà troppa importanza ai padroncini che sono numerosi in Valtellina, mentre non si pensa alle grosse aziende di trasporti come la nostra. Quelli lavorano di giorno. Noi, invece, potremmo organizzare il lavoro anche di notte, per tutto il periodo dell'emergenza».


Per ora, i tempi triplicati stanno costringendo tutti quelli che lavorano su quella tratta a effettuare il lavoro in perdita. «Al cliente con cui si è pattuito un prezzo oggi non posso dire che gli farò pagare il trasporto il doppio o il triplo. Se glielo propongo, la risposta è che non mi paga nemmeno quello che mi deve e dà il lavoro a un altro».«Il problema, inoltre, non riguarda soltanto le aziende ma anche gli autisti. Prima della chiusura della galleria i camionisti potevano organizzarsi per fare un viaggio di andata e ritorno. Oggi devono impiegare sette-nove ore per un tragitto che ne necessiterebbe tre».


Per questo, Panzeri inviata a fare in fretta e soprattutto a prendere una decisione coraggiosa che possa rendere meno drammatico il prossimo mese di chiusura della Monte Piazzo.

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