Da Lecco a Colico, un inferno
Racconto di un viaggio "folle"

Il racconto in prima persona di chi ha sfidato il traffico e da Lecco è partito per raggiungere Colico

LECCO Ci vuole coraggio. È il primo pensiero che salta alla mente quando ci si trova nella colonna ininterrotta e si pensa a quelli che non hanno alternative. Che tutte le mattine devono per forza accendere il motore e raggiungere il posto di lavoro senza poter usufruire del treno: vuoi per la mancanza di coincidenza degli orari, vuoi per la lontananza della meta prefissata. Per capire come fosse il primo lunedì dopo la chiusura della Monte Piazzo ci siamo messi alla guida e da Abbadia abbiamo raggiunto Colico percorrendo la Sp72. Quella che doveva essere una bella gita sul lago, in una giornata primaverile tra giardini in fiore e voglia di tintarella, si è trasformata in una Via Crucis. Un delirio. Perché una cosa è restare fermi in coda una decina di minuti e un'altra è impiegare più di un'ora per percorrere dieci chilometri a passo d'uomo senza alternative, senza vie di fuga e con mille difficoltà nel cercare di invertire il senso di marcia.

Il racconto su "La Provincia di Lecco" in edicola martedì 14 maggio

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