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Venerdì 22 Marzo 2013
Una condanna a 13 mesi
per la morte di Lisa
Ieri la condanna nei confronti di chi, due anni fa, causò la sua morte. Un anno e un mese di reclusione e sospensione condizionale della pena
Sondrio - L'incidente ebbe vasta eco e toccò profondamente la comunità sondriese dove Lisa Garbellini, 35 anni era molto nota e apprezzata. Ieri la condanna nei confronti di chi, due anni fa, causò la sua morte. Un anno e un mese di reclusione e sospensione condizionale della pena subordinata alla prestazione di tre mesi di attività di volontariato al servizio del comune di Cosio è la pena inflitta dal giudice Carlo Camnasio a Roberto Manzi, classe 1967, originario di Gravedona ma residente a Cosio, accusato di omicidio colposo per avere provocato due anni fa l'incidente mortale in cui perse la vita Lisa Garbellini, morta a 35 anni, contro un guard rail a Villa di Tirano
Erano da poco passate le 16 e 30 e il traffico era particolarmente intenso nel pomeriggio di quel 24 giugno di due anni fa. Lisa, a bordo della sua moto - un'Honda Transalp - si era ritrovata incolonnata lungo la statale 38, nei pressi del Bricocenter. Era così uscita in sorpasso, direzione Tirano-Sondrio.
Non è dato sapere se di mezzo ci sia stata una disattenzione o forse il sole che può aver abbagliato l'automobilista, di fatto il Manzi - che stava viaggiando anche lui verso Sondrio a bordo di una Megane - si è lanciato in sorpasso, senza rendersi conto che la corsia opposta era già impegnata da Lisa. La donna ha cercato di frenare ma non ha potuto evitare l'impatto finendo così con la parte destra del manubrio contro lo spigolo posteriore sinistro dell'auto.
Manzi ha avvertito il botto ma non ha visto cosa lo avesse provocato. Ha solo capito che qualcosa di grave era appena accaduto e così ha accostato. Ma ormai la tragedia si era consumata. Lisa, cercando di evitare lo scontro, aveva frenato di botto. La moto le era così sfuggita dalle mani e si era trovata a terra, scivolando rovinosamente con il mezzo verso il guard rail: la moto lì si è incastrata e Lisa è finita oltre al protezione, in un prato, ma il colpo ricevuto alla testa aveva già spezzato la sua vita.
Il giudice ieri ha accolto la richiesta di patteggiamento che è valso all'imputato lo sconto di un terzo della pena e ha disposto per lui anche la sospensione della patente per un periodo di otto mesi, oltre al pagamento per la custodia dei mezzi posti all'epoca sotto sequestro e tenuti in custodia.Lisa Garbellini lavorava all'Ersaf ed era non solo una grande sportiva ma una grande attivista dell'oratorio del Sacro Cuore. In città Lisa era molto conosciuta per via anche della sua famiglia: il padre, Mario Garbellini psicologo e ex professore di psicologia e filosofia alle Magistrali (Istituto Lena Perpenti), la madre, Chiara Sciolis pure insegnante e psicologa, i fratelli Claudio, Maria (cardiologa all'ospedale di Sondrio) e Francesco. Lisa quel giorno se lo era preso di ferie per farsi un giro in Alta Valle. Stava, appunto, rientrando a casa.
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