La' ndrangheta in Brianza
Pesanti richieste di pena

Chiesta la condanna a 14 anni e sei mesi per Ivano Perego, 16 anni per Andrea Pavone e Cosimo Vallelonga. Chiesti risarcimenti danni per dieci milioni di euro

CASSAGO Chi è stato davvero Ivano Perego? Un imprenditore ignaro, vittima di quel suo carattere arrembante oppure «un imprenditore che in modo consapevole ha aperto le porte della sua azienda ai calabresi»? Secondo il pubblico ministero dell'antimafia di Milano non c'è alcun dubbio: Perego è stato, per anni, una pedina consapevole nelle mani dei clan della 'ndrangheta.
Al termine di una requisitoria durata tre udienze, Alessandra Dolci, sostituto procuratore della Dda, ha chiesto 14 anni e mezzo di carcere per Perego, confermando l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso per non aver esitato a spalancare i cancelli dell'azienda di famiglia alla 'ndrangheta arrivando «a fare suoi gli atteggiamenti degli uomini dei clan».
Per Andrea Pavone e Cosimo Vallelonga, residente a Perego, l'accusa ha chiesto 16 anni
Pesante anche la richiesta di risarcimento danni sollecitata dall'avvocato del fallimento Perego, Stefano Pelizzari, che ha chiesto 10 milioni di euro da distribuire ai creditori della società.

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