Svalutazione in Cina
«Export a rischio»

Scenari da ridefinire per gli scambi
Galimberti: «I nostri prodotti tessili sono un’altra cosa»

Chi teme un calo delle esportazioni: il rischio è che in Oriente si vendano tentativi di copie del Made in Italy a prezzi, viste le recenti ridefinizioni, sempre più stracciati.

Ma c’è anche chi immagina un’economia cinese in grado di arricchirsi grazie al trucchetto della svalutazione della moneta locale. Con i ricchi di domani che quindi potrebbero acquistare soprattutto beni di lusso anche con ordinativi a Como e provincia.

Con la banca centrale cinese che sta ribassando il valore dello yuan, volutamente pilotato in discesa al -4,6% rispetto al dollaro in appena tre giorni, cosa succederà all’economia lariana? Una domanda a cui al momento è molto difficile rispondere. Unica certezza: la Cina, oggi come ieri, probabilmente anche domani, fa paura.

Termometro di una situazione complessa da decifrare sono le stesse Borse. I primi annunci di svalutazione hanno portato al ribasso le piazze europee e americane. Il terzo, soltanto di poche ore fa, ha avuto invece come reazione un rialzo. Se non altro, perché la People’s Bank of China - la banca popolare cinese - ha annunciato che non vi saranno altre svalutazioni sensibili. Impossibile non pensare alle esportazioni 2014 di Como. Nell’ultimo dato disponibile sull’anno solare intero, la nostra provincia ha segnato un incremento pari al +24,3% rispetto al 2013. L’export comasco verso la Cina è una fetta di torta che vale più di 157 milioni di euro. E nessuno vorrebbe rimanere con le briciole.

Tenta un’analisi Marco Galimberti. Che, oltre a essere presidente di Confartigianato Como, è contitolare della Gemm Filati di Orsenigo, filatura e torcitura tessile. «Più che dal punto di vista tessile - premette - da imprenditore, ancora una volta la Cina dimostra di poter fare quello che vuole. Con questa mossa ha messo in difficoltà l’economia mondiale dimostrando la sua forza». Entrando nel merito della questione: si potrebbe essere anche preoccupati.

Ma il tessile comasco ha ancora una specificità che lo rende unico: «Due mondi, nel tessile, completamente diversi - sottolinea Galimberti - Noi, in Italia, seguiamo determinati regolamenti. In Cina no. Siamo a un altro livello». Ma attenzione. «La qualità cinese - conclude Galimberti - sta aumentando». Per ora non basta. Per ora.

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