Serbelloni, i 150 anni
Grande festa e una stagione d’oro

Hotellerie Lo storico Grand Hotel di Bellagio riapre l’1 aprile e annuncia un fitto calendario di eventi. Nuovi servizi: spiaggia privata più ampia e walking tours

Personalità eclettiche, artisti visionari, star del grande schermo e nobili estrosi: a cavallo tra il XIX e il XX secolo il Grand Hotel Serbelloni di Bellagio divenne il punto di riferimento per tutti coloro che desideravano rifugiarsi in un luogo magico e adatto ai sognatori, capace di ravvivare l’estro creativo grazie a uno spettacolo unico di colori e fragranze.

Quest’anno questa icona del lusso e della tradizione celebra 150 di storia, un traguardo importante che si prepara a festeggiare a partire dall’1 aprile, data dell’ouverture che inaugurerà un fitto calendario fino a novembre.

Le aspettative

«Ci aspettiamo una stagione eccezionale e abbiamo già molte date in cui l’hotel è al completo. Lo staff sta organizzando numerose piccole sorprese e un team dedicato sta pianificando una festa che si terrà in piena estate per ospiti provenienti da tutto il mondo. Tra le novità della nuova stagione, abbiamo esteso la nostra spiaggia per concedere ai nostri ospiti, sempre più numerosi, un maggior comfort e privacy; abbiamo coperto buona parte del tetto con pannelli fotovoltaici, e viste le tante richieste degli anni scorsi abbiamo anche deciso di offrire un servizio di walking tours con una guida certificata» dichiara Jan Bucher, manager e quarta generazione della famiglia che dal 1918 si prende cura del Grand Hotel.

La storica villa neoclassica, splendidamente conservata, nel corso dei decenni e non ha mai messo di rinnovarsi per garantire i migliori comfort tipici di una destinazione di lusso. Le sue 94 camere e suite, una diversa dall’altra, sono caratterizzate da un’ampiezza del tutto insolita dovuta alla creazione dei bagni, tutti ricavati nel corso del Novecento, sacrificando la metà delle camere di un tempo. Tappezzerie in stile francese, tendaggi di seta, tappeti persiani antichi, lampadari di Murano, armadi e trumeaux in Stile Impero, Liberty o Neoclassico , affreschi e grottesche, disegni trompe l’oeil: in molte stanze si ha la sensazione di dormire in un royal palace. La salle à manger è abbellita da riquadri affrescati a motivi floreali ed eleganti lampadari in bronzo e cristallo.

Storia e memoria

Per lo speciale compleanno l’Executive Chef Ettore Bocchia ha creato un menù di 7 portate, ripercorrendo i momenti salienti degli ultimi 150 anni di storia italiana. Maestro della cucina molecolare, Boccia è stato il primo a portarla in Italia, ha deliziato il palato di personaggi illustri ed è portavoce, come gran parte dei 170 dipendenti dell’hotel, di incredibili ricordi: dalla visita di un simpatico George Lucas durante le riprese di Star Wars, ai famosi servizi fotografici di Helmut Newton; dal convegno presieduto dagli astronauti della Nasa in collaborazione con il Cern di Ginevra, alle numerose esposizioni di auto d’epoca e di lusso.

«Questo hotel - evidenzia con orgoglio Jan Bucher - è ricco di storia e memorie di un passato lontano e di uno più recente, ed è altresì desideroso di ospitare altri meravigliosi momenti negli anni a venire».

Il Grand Hotel Serbelloni è stato aperto da Arturo Bucher che nel 1950 cede lo scettro del comando al figlio Rudy, che abbandona il lavoro di ingegnere per assicurare continuità alla tradizione familiare.

È lui ad accogliere il Re d’Albania e la Regina Vittoria di Spagna, la Regina di Romania e Sua Altezza la Granduchessa Caterina di Russia, Lady Chamberlain e lo Sceicco del Kuwait, gli statisti Franklin D. Roosevelt e Winston Churchill, i Rothschild e la Regina di Svezia. Nel 1951 Re Faruk d’Egitto sceglie il Serbelloni per il suo viaggio di nozze con la regina Narriman, e arriva con un seguito di 60 persone. Pretende inoltre un cuoco sempre di guardia in cucina per preparare le sue grandi cene notturne. Anche John Fitzgerald Kennedy apprezza l’ospitalità del Grand Hotel quando viene in Italia per i funerali di Papa Giovanni XXIII. Numerosi poi i volti del grande cinema, da Mary Pickford a Clark Gable, da Al Pacino a Romy Schneider che nell’albergo girò alcune scene de “Una donna alla Finestra”. L’indimenticabile interprete de la “Principessa Sissi” non voleva mai andare a dormire e costringeva a stare insonni fino alle sei del mattino barman, camerieri e l’intera troupe.

Tante immagini e aneddoti arricchiscono anche gli anni Novanta, quando Rudy Bucher passa la mano al figlio Gianfranco, formatosi, dopo la laurea in ingegneria presso la prestigiosa Scuola Alberghiera di Losanna.

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