Nel terzo trimestre indici in frenata. Il caro energia dà un taglio ai margini

Congiuntura L’indagine di Confapi Lombardia evidenzia il peggioramento dei risultati. Diminuiscono gli ordini, mentre si riducono le tensioni riferite al costo delle materie prime

Gli effetti della crisi energetica e dei rincari iniziano ad avvertirsi in maniera nitida, dopo che la prima metà dell’anno è stata positiva per il tessuto produttivo regionale.

L’indagine congiunturale condotta dal Centro studi di Confapindustria Lombardia ha evidenziato come nel terzo trimestre 2022 le Pmi abbiano registrato un rallentamento su ordini, fatturato e produzione rispetto ai mesi precedenti.

L’associazione ha intervistato trecento aziende afferenti al sistema Confapi, prevalentemente del settore metalmeccanico (il 46%), per rilevare il trend e leggere la situazione anche in ottica prospettica.

È emerso, come era ampiamente nelle previsioni, che il positivo andamento mantenuto nei primi mesi dell’anno ha perso gradualmente vigore, aprendo uno scenario differente che accompagnerà l’economia anche territoriale per il prossimo periodo.

Se da gennaio a marzo i segnali riguardo gli indicatori di congiuntura erano positivi, nei successivi tre mesi già si evidenziava un rallentamento vistoso degli ordini (in aumento per il 47% degli associati, in calo per 3 su 10), fatturato e produzione. Ora, nel terzo trimestre, si segnala una ulteriore frenata nella distribuzione delle frequenze sui tre indicatori. Gli ordini crescono per 3 su 10 e sono in calo nel 42% dei casi. L’occupazione è invece stabile per 70 imprese su cento, mentre aumenta per il 20%, con dinamiche analoghe rilevate in relazione a giacenze e investimenti.

Resta importante anche la preoccupazione tra gli imprenditori per i costi della produzione, con aumenti marcati riguardo l’energia per il 75% degli intervistati. Per il 10% invece i rincari sono più contenuti.

Si riducono invece le tensioni riferite al costo dei materiali, che pur scontando dinamiche speculative dal 2020 danno segnali di minore pervasività rispetto al passato. Gli incrementi restano massicci per la metà del campione.

Ulteriore tassello negativo nel mosaico della situazione attuale è quello relativo all’utilizzo degli impianti produttivi, che restano in una condizione di forte stabilità nelle realtà più strutturate (con tassi superiori all’85%), ma che subisce un rallentamento nelle aziende più fragili, che non raggiungono il 70%. Rimangono stabili gli indicatori su prezzi e tempi di consegna, che tendono a ricalcare le rilevazioni già espresse nel secondo trimestre del 2022. Sembrano migliorare i tempi di consegna sia delle materie prime sia degli altri materiali indagati (semilavorati e materiale di consumo). Il costo e la disponibilità della componente energia sono problemi di forte impatto sulle imprese: il 46% evidenzia una erosione ormai totale delle proprie marginalità, assorbite dai rincari.

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