I rincari di energia e materie prime tagliano i margini dell’artigianato

A causa dell’inflazione, i prezzi di uova e colombe delle pasticcerie cresciuti del 6,5%contro il 13% degli alimentari

Pasqua, periodo di colombe e uova di cioccolato, tra rincaro dei prezzi e difficoltà di reperimento delle risorse umane.

Come ha rilevato Confartigianato Lecco, la crisi combinata di materie prime e dell’energia ha ribaltato effetti pesanti sul comparto dolciario e in particolare sulle pasticcerie, le quali reagiscono con un incremento dei prezzi dimezzato rispetto alla tendenza di prodotti alimentari e inferiore alla media europea. A febbraio 2023 le quotazioni internazionali dei cereali in euro registrano una crescita del 34,9% su base annuale e risultano superiori dell’83,4% al livello del 2019.

L’analisi dei dati sui prezzi al consumo evidenzia che a febbraio 2023 i prezzi al consumo dei prodotti alimentari è del +13,2% mentre i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca registrano un ritmo di crescita dimezzato, fermandosi al +6,5%, stabile rispetto a gennaio e in attenuazione rispetto al +6,7% di dicembre 2022, un ritmo di crescita che è circa un terzo del +18,4% registrato dai prezzi della pasticceria confezionata.

Grazie al contributo della contenuta dinamica dei prezzi della pasticceria fresca, nel confronto internazionale con il massimo dettaglio di prodotto disponibile, a febbraio 2023 i prezzi degli altri prodotti di panetteria e pasticceria in Italia salgono del 16,6%, inferiore di quasi cinque punti al +21,5% della media Ue.

La biodiversità della produzione agroalimentare lombarda, ad elevata vocazione artigianale, si declina in 268 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo. Si tratta del 5% degli oltre 5 mila prodotti della tradizione italiana.

In Lombardia, delle 4.250 entrate previste dalle imprese per le professioni di pasticcieri, gelatai e conservieri artigianali e panettieri e pastai artigianali, 2.530 unità, pari al 59,5%, risulta di difficile reperimento. Quota superiore di 16,4 punti a quella nazionale (43,1%) che posiziona il nostro territorio secondo nella classifica regionale per maggior complessità rilevata nel reclutare queste figure.

Inoltre, rispetto alla quota di entrate difficili da reperire rilevata per il totale imprese, pari al 41,0%, quella rilevata per pasticcieri, gelatai, conservieri, panettieri e pastai artigianali risulta superiore di 18 punti.

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