Doppio “ponte” festivo, a Sondrio agriturismi soddisfatti nonostante il tempo

«Bilancio più che positivo sia per la ristorazione, sia per l’ospitalità»: è il commento di Angelo Cerasa, presidente della sezione sondriese di “Terranostra”, l’associazione di categoria istituita da Coldiretti oltre cinquant’anni fa

Ponte del 25 aprile, ponte del 1° maggio. Non pochi sono stati i turisti che hanno approfittato degli ultimi giorni festivi per trascorrere una vacanza in provincia di Sondrio: il tempo a tratti incerto, infatti, non ha di certo guastato i propositi di chi ha raggiunto il nostro territorio per le ferie primaverili, sposando in particolare la formula dell’agriturismo.

«Bilancio più che positivo sia per la ristorazione, sia per l’ospitalità». È il commento di Angelo Cerasa, presidente della sezione sondriese di “Terranostra”, l’associazione di categoria istituita da Coldiretti oltre cinquant’anni fa. «C’è stata molta gente durante il ponte della Festa della Liberazione, diluita sui tre giorni a cavallo con il 25 aprile. Il tempo, tutto sommato, è stato discreto. Alla fine, comunque, quando uno programma la vacanza poi si sposta lo stesso, pioggia o meno». Non agli stessi livelli – eppure analogamente soddisfacente – anche il giro legato al Primo Maggio. «I due ponti consecutivi storicamente non portano mai a un lavoro uguale: in un caso si avrà un risultato migliore, nell’altro qualcosa di meno. Così è stato anche quest’anno: cadendo a metà settimana, per di più senza le scuole chiuse, l’affluenza in prossimità della Festa dei lavoratori è stata leggermente inferiore rispetto al lungo weekend della settimana prima», conferma Cerasa, proprietario de “Le case dei Baff” ad Ardenno.

«Eccezion fatta per qualche azienda dislocata in alta montagna, dove c’è il problema della neve che ha creato non pochi disagi in alcune situazioni, la stagione degli agriturismi è ripartita al meglio. Non possiamo lamentarci», aggiunge. E la speranza è di poter confermare tale tendenza positiva nei mesi a venire. Infatti, «già ora per l’estate notiamo un anticipo sulle prenotazioni rispetto agli anni passati: avere prenotazioni per luglio e agosto all’inizio di maggio è confortante e ci spinge a sperare in bene. Soprattutto è positivo, per noi, riscontrare un così grande gradimento da parte della clientela: vuol dire che la gente apprezza la cura delle tradizioni, ovvero il cuore delle nostre aziende».

Cerasa in particolare nota che «ultimamente raggiungono gli agriturismi di Valtellina e Valchiavenna anche molti giovani da Milano e dall’hinterland. Il fatto che vengano da noi, nonostante gli evidenti limiti viabilistici, vuol dire tanto: il nostro territorio piace per la peculiarità dell’ambiente montano, che cambia di parecchio da una valle all’altra, e anche per la varietà del cibo». Insomma, «non abbiamo nulla da temere nei confronti di Valle d’Aosta e Trentino, regioni nelle quali il turismo rappresenta un settore particolarmente forte». A premiare la provincia di Sondrio, secondo il presidente locale di Terranostra, è proprio il fatto che «noi proponiamo qualcosa di autentico, di genuino e di legato alla tradizione. Dobbiamo stare attenti, specialmente adesso, a non snaturarci e a non perdere la nostra originalità».

Circa 120 sono le realtà in provincia, «omogeneamente distribuite dalla Valchiavenna a Livigno», quasi tutte impiegate sia nel campo della ristorazione, sia in quello dell’ospitalità. «Sono orgoglioso – conclude Cerasa – di rappresentare questo settore, composto da attività che testimoniano uno sforzo importante. Come ricordo sempre, prima di essere ristoratori e albergatori, noi siamo agricoltori: amiamo la nostra terra e facciamo di tutto per valorizzarla, non senza pochi sacrifici. Percorrere la strada dell’agriturismo significa compiere una scelta di vita: dura, sì, ma estremamente gratificante».

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