Confindustria Lecco e Sondrio, per il dopo Agostoni un bivio: fusione con Como o un presidente «traghettatore»

Secondo lo statuto è necessario eleggere a breve un nuovo presidente che tuttavia resterà in carica solo fino a maggio 2025 e non sarà ricandidabile con un’eccezione: l’unione dell’associazione con la Confindustria comasca e la conseguente nascita di una nuova entità giuridica

È grande all’interno del mondo confindustriale il cordoglio per la scomparsa, all’età di ottant’anni, di Plinio Agostoni, vicepresidente dell’impresa dolciaria lecchese Icam e presidente di Confindustria Lecco e Sondrio. Agostoni era stato eletto al vertice dell’associazione industriale delle due province nel giugno del 2022, per un mandato triennale che sarebbe scaduto a maggio del 2025, ossia tra poco più di un anno. Un mandato di tre anni (anziché i quattro previsti dallo statuto) poiché il suo predecessore, Lorenzo Riva (Electro Adda di Brivio), era rimasto al vertice per cinque anni, a causa dei negoziati per la fusione, poi saltata, con Confindustria Bergamo.

Gli scenari. Con la scomparsa del presidente, ora l’organizzazione di categoria si deve organizzare per garantire la continuità non solo per quanto riguarda la gestione dei servizi, compito che spetta alla struttura guidata dal direttore Giulio Sirtori, ma anche da un punto di vista politico, anche in considerazione dell’importante appuntamento con il rinnovo del consiglio camerale e del presidente della Camera di commercio di Como e Lecco, previsto per le prossime settimane. Sullo sfondo c’è anche l’ipotesi concreta della fusione tra Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como. E quindi? Secondo lo statuto, l’associazione non può essere guidata dal vicepresidente se non in una fase transitoria breve (si parla di pochi mesi). L’attuale vicepresidente Emilio Mottolini (Salumificio Mottolini di Poggiridenti) avrà quindi il compito di gestire l’associazione solo per l’ordinaria amministrazione mentre, già nei prossimi giorni, saranno avviate tutte le procedure per l’elezione del nuovo presidente.

Non sarà una scelta facile, anche perché il successore di Agostoni resterà al vertice per poco più di un anno,fino a maggio del 2025 quando si svolgerà una nuova elezione per un presidente in carica fino alla primavera del 2029. Chi prenderà le redini in questa fase sarà dunque un traghettatore poiché non sarà eleggibile, come da statuto, per un successivo mandato e di fatto sarà al vertice solo per pochi mesi. Potrebbe esserci tuttavia un’eccezione: se nei prossimi mesi, infatti, il percorso di fusione con Como fosse portato a compimento, allora il nuovo presidente potrebbe ricandidarsi per un ulteriore mandato di quattro anni perché si tratterebbe di una nuova entità giuridica. Ecco perché, secondo i rumors, il successore di Plinio Agostoni potrebbe essere un past president che non avrebbe problemi a salire al vertice solo per la parte residuale del mandato oppure un membro dell’attuale consiglio generale: oltre a Mottolini, Antonio Bartesaghi (Omet Srl di Lecco), Roberto Crippa (Technoprobe SpA di Cernusco Lombardone), Flaminia Frigerio (Frigerio Ettore SpA di Lecco), Paolo Mainetti (Valtecne Srl di Berbenno di Valtellina), Mario Moro (Penz Srl di Gordona), Marta Rota (Varo Srl di Valmadrera) ed Aristide Stucchi (A.A.G. Stucchi Srl di Olginate).

L’iter. Nei prossimi giorni saranno nominati i “saggi” incaricati di sondare la base associativa per valutare il consenso intorno ad uno o più nomi. Trattandosi di un mandato più che dimezzato, con ogni probabilità l’obiettivo sarà trovare l’accordo più ampio possibile intorno ad un nominativo solo. Tra i nomi che circolano in queste ore ci sarebbe anche quello di Lorenzo Riva, predecessore di Agostoni. In ogni caso, la partita per il rinnovo di Confindustria potrebbe incidere anche sul futuro della Camera di commercio Como – Lecco. Per la successione al comasco Marco Galimberti, in scadenza a fine mese, i lecchesi hanno trovato un accordo per la nomina di Ezio Vergani. Tuttavia lo stesso Vergani era fortemente sostenuto proprio da Confindustria e dal suo presidente territoriale. Un cambiamento al vertice potrebbe rimescolare le carte e far ripartire i giochi.

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