«Con queste bollette, costi troppo alti. Molte imprese dovranno fermarsi»

Luigi Sabadini, titolare delle Trafilerie di Valgreghentino, oltre che presidente di Confapindustria Lombardia, guarda all’autunno con preoccupazione

«Il problema non è grave, è gravissimo: le quotazioni hanno raggiunto livelli stratosferici che mettono a rischio la manifattura energivora europea. Sul territorio, so già di aziende che non riapriranno dopo le ferie».

Il titolare delle Trafilerie di Valgreghentino, oltre che presidente di Confapindustria Lombardia, Luigi Sabadini, guarda al rientro con preoccupazione, considerate le enormi difficoltà che le imprese sono destinate ad affrontare in autunno.

«Le quotazioni del gas, dal quale dipende buona parte della produzione di energia elettrica nel nostro Paese, si sono moltiplicate per 15, in un periodo in cui la siccità ha fatto venir meno il contributo dato solitamente dalla produzione idroelettrica. Considerato che il fotovoltaico, che produce solo col sole, non può coprire i fabbisogni delle aziende, si apre uno scenario critico nel quale spiccano due problemi principali. Il primo è quello di riuscire a pagare le bollette, perché il contributo che arriva con il credito di imposta è assolutamente sufficiente, oltre che tardivo e macchinoso nell’applicazione». L’altra questione è di mercato, sempre che di mercato si possa parlare. «Le aziende stanno incontrando enormi difficoltà nel riuscire a siglare nuovi contratti: l’anno termico scadrà il 30 settembre e siamo prossimi al rinnovo degli accordi, ma non ci sono offerte e le condizioni sono capestro». La situazione, insomma, è esplosiva: «non so quante imprese potranno permettersi, tra quelle energivore, di tenere aperte le produzioni. Di fatto, rischiano di restare tagliate fuori dal mercato».

«Nel mio settore – riprende Sabadini - abbiamo una struttura dei costi in cui la componente energetica sta diventando predominante. Le aziende che non hanno previsto una indicizzazione nei contratti di vendita non saranno in grado di vendere, perché i costi di produzione supereranno quelli di vendita. Di fatto, la situazione è fuori controllo e so già di aziende che non riapriranno, a settembre».

Per mettere un freno a questa corsa dei prezzi secondo l’imprenditore si dovrebbe porre un tetto alle quotazioni del gas: «in queste condizioni è necessario togliere questa risorsa primaria dalle contrattazioni, passando a valori imposti dal Pubblico, che sia il Governo italiano piuttosto che l’Europa. Intanto, i volumi stanno drammaticamente scendendo: il Pil aumenta, è vero, ma si basa sul fatturato. Se le produzioni continueranno a rallentare, magari fino a fermarsi, la crisi sarà non solo economica ma anche sociale». C.Doz.

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