Bps, Pedranzini: «Crescere è un imperativo». E annuncia aperture nel NordEst

Il consigliere delegato della Popolare di Sondrio interviene sull’indipendenza della banca. E parla dell’espansione in Friuli

La Popolare di Sondrio vuole crescere, ma restare indipendenti dipende dagli azionisti. Il tema è emerso anche nella giornata di ieri, a margine del convegno sul futuro del sistema bancario organizzato proprio dalla Banca popolare di Sondrio. Le sirene sul risiko del settore sono più che accese e il consigliere delegato, Mario Alberto Pedranzini, ne è pienamente consapevole. L’indipendenza «dipende anche dal volere dei nostri azionisti e stakeholder. Se una cosa ti sta cara devi cercare di coltivarla e evitare di perderla e poi rammaricarti di averla persa», è il pensiero di Pedranzini, che non dimentica le recenti ipotesi di un interesse da parte di Unicredit, smontate però dal suo ceo, Andrea Orcel.

Voci che, però, hanno messo in allerta il principale azionista di Sondrio, l’Unipol di Carlo Cimbri, che ha quasi il 20% dell’istituto valtellinese e che si è detto pronto a contromisure nel caso di operazioni ostili. Una presa di posizione che non è vissuta da Pedranzini come una messa “sotto tutela”. «Ma no, assolutamente no», replica l’ad a margine del convegno in città. «Quando si creano rapporti solidi che hanno un fondamentale industriale, a mio modo di vedere, questo è un viatico - rileva - per procedere insieme anche a fronte di eventuali situazioni che possano emergere». Anche sulla lista dei cinque consiglieri da nominare nell’assemblea di sabato 27 aprile, sembra esserci comunione di intenti. Cimbri ha già detto che “suggerirà” due nomi. L’obiettivo è arrivare nei tempi: «So che il comitato nomine sta lavorando tempestivamente per non arrivare all’ultimo con la presentazione dei nominativi che poi dovranno essere approvati dal consiglio», spiega ancora Pedranzini.

Nel frattempo la banca, dopo un 2023 da record, guarda anche a quest’anno con fiducia. «A meno che non intervengano fatti particolari, ritengo possa essere ancora un buon esercizio basato soprattutto sulla qualità degli attivi e al mix della raccolta», si dice convinto il consigliere delegato che sottolinea come l’istituto, giunto al 154esimo esercizio, abbia «tutte le carte in regola» per proseguire nel suo cammino di sviluppo. «Crescere è un imperativo. Noi siamo cresciuti con l’obiettivo che era quello di crescere e crescere bene. Non mi voglio confrontare con i giganti perché gigante non lo sono, ciascuno deve essere consapevole delle proprie dimensioni, ma la nostra aspirazione - prosegue Pedranzini - è diventare giganti nel fare bene. Continuare a fare bene quello che deve fare una banca». In tal senso, l’ad afferma che la banca proseguirà «l’espansione territoriale: Il 26 apriamo a Trieste, a breve a Pordenone. Quella zona merita un particolare interesse e la mia convinzione è che se vuoi essere parte attiva, coprotagonista di una realtà economica devi essere anche fisicamente presente».

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