Bonus edilizia, nuovi cambiamenti. Anaepa Sondrio: «Non è corretto che paghino le imprese»

Bonus edilizia, nuovo cambiamento in corsa. E dopo 283 modifiche in 4 anni, le imprese chiedono maggiore attenzione e un confronto anche in vista dell’applicazione della direttiva Ue “Case green”. «La normativa sui bonus edilizi ha subìto, da maggio 2020 ad oggi, 283 modifiche che hanno modificato e destabilizzato il mercato con inevitabili ripercussioni per le imprese che hanno dovuto adeguarsi sia nella programmazione dei lavori sia nella gestione finanziaria e delle risorse – hanno sottolineato i rappresentanti di Confartigianato nel corso di un’audizione alla commissione Finanze e Tesoro del Senato -. L’ennesimo intervento di modifica, previsto dal decreto legge 39/2024, adottato senza un preventivo confronto con le associazioni del settore, cambia nuovamente le regole ‘in corsa’, riducendo ulteriormente le deroghe alle opzioni per sconto e cessione dei crediti collegati ai bonus edilizi e accentuando le difficoltà operative di migliaia di imprese e committenti». Per questa ragione Confartigianato, pur comprendendo le esigenze di tenere sotto controllo i conti pubblici, mette in evidenza che il provvedimento incide pesantemente sugli accordi contrattuali già conclusi e auspica l’adozione di una serie di interventi da parte del Parlamento per riportare equilibrio in alcune situazioni meritevoli di tutela. Ci sono, ad esempio, citano i rappresentanti di Confartigianato aree colpite da eventi calamitosi gravi che hanno avviato una serie di azioni per la ricostruzione che si trovano a dover interrompere la loro programmazione. «Un confronto con le associazioni di rappresentanza – dicono - avrebbe potuto essere utile per poter dare spunti per una ridefinizione di vari bonus, ponendo evidenza delle specificità e delle esigenze dei vari territori. Inoltre, per quanto riguarda l’utilizzo dei crediti d’imposta “Transizione 4.0” sottoposti a nuove misure di monitoraggio, hanno sollecitato un intervento chiarificatore che consenta alle imprese di poter continuare a compensare i crediti, nell’attesa del decreto direttoriale che deve definire il nuovo modello per comunicare questi crediti, appunto. «Prendiamo atto dell’ulteriore evoluzione della normativa - evidenzia Paolo Panizza, presidente di Anaepa Sondrio - che, a nostro giudizio, sarebbe potuto essere oggetto di una più approfondita condivisione e discussione a livello generale. Ci troviamo di fronte a misure governative che hanno spinto negli ultimi anni diversi imprenditori a riorganizzarsi ed effettuare importanti investimenti nelle proprie aziende. Adesso, che siamo di fronte ad uno stop precipitoso, a chi tocca pagarne le conseguenze? Non è corretto che sia a carico delle imprese». Guardando avanti, rimane poi l’incognita di come il Governo intenda muoversi per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Direttiva Ue “Case Green” per gli immobili residenziali esistenti che prevede vari step per arrivare all’obiettivo ultimo del parco immobiliare ad emissioni zero entro il 2050, ovvero riduzione dei consumi del 16% entro il 2030; del 20/22% entro il 2035 e entro il 20240 poi ogni 5 anni l’individuazione di un percorso di riduzione progressiva per giungere ad edifici ad emissioni zero. Il tutto tenendo conto che il 55% della riduzione di consumi deve provenire dalla ristrutturazione del 43% degli edifici dalle prestazioni peggiori. «L’auspicio – dicono da Confartigianato - è che vengano avviate quanto prima delle valutazioni per arrivare a un’azione di Governo che consenta una programmazione a medio-lungo termine per tutti gli interventi necessari alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e raggiungere così gli obiettivi previsti dall’Europa».

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