Blocco Superbonus. «È in difficoltà tutta la filiera edile»

Crisi I problemi investono gli studi dei professionisti. L’architetto Bergna: «Abbiamo sostenuto numerosi costi ora non possiamo procedere e rientrare dagli esborsi»

Il blocco della cessione dei crediti che ha investito l’edilizia in relazione ai bonus casa non si riflette solo sulle imprese edili: a farne le spese in modo importante sono infatti anche i professionisti.

A fare luce su una sfumatura della questione non particolarmente dibattuta è l’architetto Davide Bergna, che al pari di molti colleghi (architetti, ma anche geometri e ingegneri tra gli altri) sta incontrando difficoltà consistenti.

Prima di tutto una premessa: visto il mercato che si è aperto con il Superbonus 110%, Bergna con altri due colleghi ha deciso di unire le forze per farsi trovare pronto a gestire cantieri di questo tipo in modo puntuale e preciso. Seguiti per tre mesi i corsi del caso, ha anche assunto un collaboratore a tempo indeterminato. Quindi ha iniziato a proporsi con il suo team per l’acquisizione di interventi anche importanti.

Nel giro di breve tempo le opere di questo tipo – in particolare riferite a condomini anche di grandi dimensioni – in portafogli hanno superato la ventina. Ma se dei lavori fatti l’anno scorso i crediti non sono ancora stati liquidati, ora il comparto si è bloccato a causa della decisione delle banche di non farsi più carico dei crediti.

«Con quello che abbiamo incassato per gli interventi 2021 non paghiamo nemmeno la bolletta della luce – ha affermato Bergna -. Ma il problema vero è che abbiamo svolto altre attività (analisi preliminari ed energetiche, computo metrico) per altre palazzine, dove ora non si può procedere. A marzo il settore ha iniziato a rallentare, per arrivare a bloccarsi del tutto».

Ma le prime avvisaglie di come le cose non stessero funzionando, Bergna le aveva già avute a fine anno. «Ai professionisti l’accesso al credito è stato interdetto fin da novembre: è in quel periodo che la nostra banca d’appoggio ci ha comunicato di aver ricevuto una direttiva in cui si disponeva la chiusura dei rubinetti per i professionisti».

A subire le conseguenze della situazione attuale sono anche i cittadini, per i quali il danno cambia a seconda della tipologia di intervento. «Per chi è rimasto bloccato dopo la prima fase il danno è contenuto, ma quelli che invece hanno effettuato lavori anche importanti, le conseguenze sono pesanti, nonostante un contratto regolarmente firmato per la cessione del credito su cui le banche hanno fatto un passo indietro. Venendo invece alle imprese, tutte quelle con cui stiamo lavorando in relazione al Superbonus 110%, e sono molte, sono nei guai».

Alla base del problema anche le continue modifiche che il Governo ha apportato al provvedimento varato nel 2020 per spingere l’economia italiana. «Si è perso il conto di quante volte hanno cambiato la misura, facendo anche venir meno la fiducia nello Stato. Si fosse trattato di un piccolo assestamento ok, ma ormai non sai più come muoverti. Se l’impianto del provvedimento era sbagliato si sarebbe dovuto avere il coraggio di fermarsi, mandando avanti solo le pratiche già protocollate in Comune. Così invece si viaggia a colpi di modifiche che creano solo confusione e incertezza».

Uno degli interventi normativi è stato dettato anche dalla scoperta di numerose frodi, che però «nel 110% erano marginali: il grosso è stato scoperto del Bonus Facciate, dove non c’era un tetto di spesa né limiti al prezzo unitario dei materiali. Nel Superbonus, invece, vige un doppio controllo». In tutto questo, «i professionisti sono furiosi, anche perché a livello nazionale non c’è nessuno, dei nostri Ordini professionali, che abbia fatto sentire la nostra voce».

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