No al “blocco” dell’immigrazione
La Svizzera respinge i referendum

Triplo “no” ai quesiti referendari sui quali i cittadini della vicina confederazione erano chiamati a esprimersi nel fine settimana. Bocciato il progetto che prevedeva una limitazione del numero dei lavoratori stranieri. I risultati del Canton Ticino

Tre “no” secchi al triplo quesito referendario sul quale i cittadini della vicina Svizzera erano chiamati a esprimersi nel fine settimana. Il primo riguardava la gestione delle riserve auree della Confederazione: se fossero passati i “sì” le attuali riserve auree della Banca nazionale svizzera non avrebbero più potuto essere vendute, e avrebbero dovuto essere immagazzinate in Svizzera, la cui banca nazionale avrebbe dovuto mantenere almeno il 20% dei suoi attivi sotto forma di oro. Una vittoria dei ”sì” avrebbe quindi comportato l’obbligo, per la Bns, di acquistare 1600 tonnellate d’oro in 5 anni, quanti ne sarebbero serviti per riportare le riserve dall’attuale 7% al 20% degli attivi. L’iniziativa “Ecopo”, anch’essa bocciata, prevedeva l’imposizione di un limite all’immigrazione in Svizzera a 16’000 persone all’anno, e che 200 milioni di franchi dei fondi per lo sviluppo fossero destinati alla pianificazione familiare nei paesi in sviluppo. Il terzo e ultimo quesito prevedeva l’abolizione dei cosiddetti forfait fiscali, un’imposta tagliata su misura per i ricchi contribuenti stranieri. Secondo la sinistra, i privilegi fiscali sarebbero ingiusti e non trasparenti. La destra temeva invece una perdita considerevole dell’attrattività della Svizzera.

Ebbene, in tutti i cantoni hanno prevalso i “no”, compreso il Ticino, nel quale si prevedeva che - quantomeno l’iniziativa “Ecopo” - sarebbe passata.L’hanno respinta il 63,2% dei votanti ha bocciato l’iniziativa, contro un 36,88% di favorevoli. Bocciate pure l’iniziativa per l’abolizione dei forfait fiscali (68,02% di ”no”) e quella sull’oro (66,68% di ”no”). La partecipazione in Canton Ticino è stata del 45,86%.

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