’NDRANGHETA, TUTTI
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Ieri mattina i Carabinieri hanno eseguito, nelle province di Milano, Como, Lecco, Monza-Brianza, Verona, Bergamo e Caltanissetta, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano dott. Simone Luerti su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 38 indagati (35 in carcere e 3 ai domiciliari) per associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi.

Gli arresti scaturiscono da un’indagine diretta dalla dott.ssa Ilda Boccassini, Procuratore Aggiunto della Repubblica coordinatore della D.D.A. di Milano, e dai Sostituti Procuratori dott. Paolo Storari e dott.ssa Francesca Celle.

L’indagine “Insubria”, avviata negli ultimi mesi del 2012 e condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri (R.O.S.), ha riguardato tre “Locali” di ‘ndrangheta radicate nelle province di Como (“Locali” di Cermenate e Fino Mornasco) e Lecco (“Locale” di Calolziocorte).

Fra i reati contestati alle persone arrestate questa mattina figurano l’associazione di tipo mafioso ed altri gravi delitti – tutti aggravati dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa (art. 7 della Legge 203 del 1991) – quali detenzione, porto abusivo e vendita di armi clandestine, nonchè estorsione e tentata estorsione, anche con l’aggravante della transnazionalità (art. 4 della Legge 16 marzo 2006 n. 146), per essere stata compiuta in più di uno Stato (nel caso di specie, in Italia e Svizzera).

L’attività investigativa, iniziata – come detto – negli ultimi mesi del 2012 e protrattasi fino all’estate del 2014, è stata avviata a seguito di una serie di atti intimidatori ed attentati incendiari in danno di imprenditori, verificatisi nel biennio precedente nell’area territoriale comasco-canturina.

L’indubbia tempestività dell’odierno intervento repressivo costituisce il frutto di una precisa strategia della DDA di Milano, tesa ad abbattere, nell’ambito delle indagini antimafia, i tempi di durata delle varie fasi processuali dall’acquisizione del dato investigativo alla sentenza di condanna.

Le tre articolazioni mafiose colpite dall’operazione odierna sono:

•il “Locale” di ‘ndrangheta di Calolziocorte (LC), a capo del quale le indagini hanno dimostrato essere MERCURI Antonino detto “Pizzicaferro” e MANDAGLIO Antonio detto “Occhiazzi”, rispettivamente “capo locale” e “capo società”;

•il “Locale” di ‘ndrangheta di Cermenate (CO), a capo del quale le indagini hanno dimostrato essere PUGLISI Giuseppe detto “Melangiana” e BRUZZESE Raffaele detto “Gazzosa”, rispettivamente “capo locale” e “capo società”;

•il “Locale” di ‘ndrangheta di Fino Mornasco (CO), a capo del quale le indagini hanno dimostrato essere CHINDAMO Michelangelo, in qualità di “capo locale”.

L’attività investigativa condotta dai Carabinieri del R.O.S., con il supporto dei Comandi Provinciali di Como e Lecco, si è basata su servizi di intercettazione ambientale e telefonica, osservazioni video, servizi di pedinamento e riscontri documentali.

L’indagine “Insubria” ha fornito conferma della perdurante attualità, anche in territorio lombardo, dell’arcaica consuetudine degli appartenenti alla ‘ndrangheta di porre in essere riunioni di carattere operativo ed organizzativo, nel corso di eventi conviviali denominati “mangiate”. A tal proposito, il dato di assoluta valenza storica, sul piano conoscitivo, investigativo e processuale, è rappresentato dalle eccezionali ed inedite intercettazioni ambientali ed osservazioni video, ottenute in occasione di due incontri conviviali avvenuti presso un casolare rurale in Castello di Brianza (LC), nei giorni 12 aprile e 31 maggio 2014, cui hanno partecipato molti degli affiliati alle tre Locali lombarde oggetto della presente indagine. In tali occasioni, infatti, oltre alla registrazione in diretta di importanti conversazioni di carattere operativo e strategico, si è riusciti – risultato assolutamente inedito nella storia delle indagini antimafia in Italia – a documentare integralmente (peraltro con registrazioni di particolare qualità e chiarezza fonica) l’intero svolgersi di alcuni tipici rituali di ‘ndrangheta: dalla formazione della società, al battesimo del locale, alla fedelizzazione, fino alle complete formule, interamente pronunciate dagli indagati, per la concessione, ad alcuni affiliati, tutti identificati, delle doti della “Santa” e del “Vangelo”.

Fra le prove più significative emerse grazie all’indagine “Insubria” si segnalano quelle riguardanti:

a.l’identità e la dote ‘ndranghetista di molti degli affiliati alle Locali di Cermenate (CO), Fino Mornasco (CO) e Calolziocorte (LC);

b.la perdurante esistenza del sovraordinato organismo ‘ndranghetista denominato “La Lombardia”, cui sono devoluti compiti di coordinamento delle locali presenti nell’intera regione.

Tali nuovi elementi di prova offrono ulteriore ed attualissima conferma alla validità di quanto già accertato dalla DDA di Milano grazie all’indagine “Infinito” del 2010, giunta a sentenza definitiva nel mese di giugno di quest’anno;

c.l’ulteriore dimostrazione della effettiva unitarietà della ‘ndrangheta, che si manifesta anche attraverso il fondamentale ed imprescindibile legame che unisce le Locali della Lombardia, a quelle di riferimento in territorio calabrese;

d.quanto ai reati fine, la responsabilità penale di alcuni affiliati di origine calabrese e di alcuni imprenditori di origine lombarda, in ordine a diversi episodi estorsivi, consumati o tentati, nonchè in ordine alla detenzione ed al porto di armi clandestine e munizioni.

Ulteriore conferma emersa dall’indagine “Insubria” è quella che riguarda il tramandarsi, ancora oggi, di padre in figlio, delle tradizionali regole di comportamento mafioso, che di fatto dimostrano la natura di antistato della ‘ndrangheta, dotata di proprie regole e di una propria impermeabile struttura subculturale. Sono infatti risultati numerosi i casi di giovanissimi figli o nipoti di alcuni degli ‘ndranghetisti indagati, introdotti all’associazione mafiosa attraverso veri e propri rituali di affiliazione. In un caso si è addirittura accertata l’affiliazione alla ‘ndrangheta, avvenuta nel corso dell’indagine, del figlio ancora oggi minorenne di Salvatore Pietro VALENTE, “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

Fra gli episodi estorsivi, tentati o consumati, accertati nel corso dell’indagine si segnalano:

a.quello di cui rispondono Michelangelo CHINDAMO e Antonio GENTILE, “capo” e “affiliato” del “locale” di Fino Mornasco (CO), in concorso con Giuseppe BERSANI, imprenditore metallurgico di origini brianzole, per aver tentato di estorcere la somma di 270 mila euro ad un avvocato della provincia di Como e ad un commercialista del Canton Ticino. In particolare, secondo quanto emerso dalle indagini, è stato l’imprenditore BERSANI a dare incarico al capo della locale di ‘ndrangheta di Fino Mornasco (CO), di recuperare un credito, peraltro indebitamente preteso, connesso a pregressi rapporti commerciali tra la ditta del padre di BERSANI ed una società olandese, i cui interessi erano stati curati, in passato, dai due professionisti vittime del tentativo di estorsione. Nel contesto di tale vicenda, le intercettazioni ambientali hanno tra l’altro consentito di documentare in diretta un sopralluogo presso l’abitazione dell’avvocato comasco, effettuato dal CHINDAMO allo scopo di pianificare un attentato da attuarsi con l’uso di armi da fuoco. L’azione delittuosa veniva scongiurata grazie ad una manovra diversiva appositamente attuata con il contributo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Como;

b.quello di cui rispondono Michelangelo CHINDAMO e Giuseppe PUGLISI, rispettivamente “capo locale” di Fino Mornasco (CO) e di Cermenate (CO), per aver tentato di estorcere la somma di 150 mila euro al titolare di un’azienda elettrotecnica di Cermenate (CO). Gli indagati hanno dapprima intimidito la vittima inviando alcune missive minatorie contenenti anche alcune cartucce e poi hanno avanzato la richiesta di denaro, a fronte della loro “protezione”;

c.quello di cui rispondono Michelangelo CHINDAMO e l’imprenditore Renato MIRANDI, per aver estorto la somma di 2 mila euro ad un imprenditore di Lurate Caccivio (CO), titolare di varie aziende, tra le quali un’agenzia di viaggi ed una scuola guida. Come nel caso precedente, gli indagati hanno dapprima intimidito la vittima con telefonate e missive anonime, per poi avanzare la richiesta di denaro, a fronte della loro “protezione”. Anche in questo caso, come in quello riguardante l’avvocato comasco ed il commercialista svizzero, le intercettazioni ambientali hanno consentito di documentare in diretta e quindi scongiurare grazie ad un diversivo, la pianificazione di un attentato con armi da fuoco in danno dell’agenzia di viaggi di proprietà della vittima, con sede a Villa Guardia (CO);

d.quello di cui risponde salvatore IACOPETTA, “affiliato” al “locale” di Fino Mornasco (CO), per aver tentato di estorcere la somma di 8 mila euro all’anno, al titolare di una concessionaria d’auto di Fino Mornasco. L’indagato, in concorso con altri soggetti da identificare, ha dapprima tentato di intimidire la vittima inviando una missiva minatoria ed un sms e poi ha avanzato la richiesta di denaro in cambio di “protezione”.

Infine, durante le perquisizioni condotte questa notte nel corso dell’operazione:

•è stato arrestato in flagranza, per il possesso illegale di una pistola, Massimo IACOPETTA, 36 anni, nato a Locri (RC) e residente a Vertemate con Minoprio, nella cui abitazione è stata rinvenuta e sequestrata una pistola . IACOPETTA era indagato in stato di libertà e destinatario solo di una perquisizione, poichè dalle intercettazioni effettuate durante le indagini erano emersi indizi circa il possesso da parte sua di armi illegalmente detenute;

•sono state sequestrate ulteriori 2 pistole illegalmente detenute, rinvenute in casa di Antonio GENTILE e di Michelangelo PANUCCIO entrambi sottoposti a perquisizione in quanto destinatari della misura cautelare in corso di esecuzione;

• sono stati rinvenuti diversi manoscritti contenenti formule di giuramento e di affiliazione alla ‘ndrangheta.

Oltre al predetto IACOPETTA, le persone arrestate oggi, quasi tutte residenti in Lombardia, sono:

CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE (35):

1.PUGLISI Giuseppe, inteso “Melangiana”, 53 anni, nato a Messina e residente a Cermenate (CO), operaio, già coinvolto, sebbene poi assolto, nell’indagine del 1994 sulla ‘ndrangheta in Lombardia nota come “Fiori della notte di San Vito”.

Nell’ambito della presente indagine, PUGLISI Giuseppe è emerso quale “capo” del “locale di Cermenate”, in possesso della “dote” di “Quartino”.

2.MERCURI Antonino, inteso “Pizzicaferro”, 64 anni, nato a Giffone (RC) residente a Airuno (LC).

Nell’ambito della presente indagine, MERCURI Antonino è emerso quale “capo” del “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Padrino”.

3.MANDAGLIO Antonio, inteso “Occhiazzi”, 60 anni, nato a Giffone (RC), residente a Carenno (LC), pensionato, già coinvolto, sebbene poi assolto, nell’indagine del 1994 sulla ‘ndrangheta in Lombardia nota come “Fiori della notte di San Vito”.

Nell’ambito della presente indagine, MANDAGLIO Antonio è emerso quale “capo società” del “locale di Calolziocorte”, in possesso di “dote” pari o superiore a “trequartino”.

4.CHINDAMO Michelangelo, 61 anni, nato a Palmi (RC), residente a Cadorago (CO), già condannato per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell’indagine del 1994 sulla ‘ndrangheta in Lombardia “Fiori della notte di San Vito”.

Nell’ambito della presente indagine, CHINDAMO Michelangelo è emerso quale “capo” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso della “dote” di “trequartino”.

5.ADDUCI Angiolino, 63 anni, nato a Grisolia (CS), residente a Lentate sul Seveso (MB), imprenditore, già condannato ad anni 3 di reclusione a seguito dell’indagine del 1996 sulla ‘ndrangheta in Lombardia nota come “Fiori della notte di San Vito 2”.

Nell’ambito della presente indagine ADDUCI Angiolino è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso della “dote” di “sgarro”.

6.AMBESI Pasquale, 55 anni, nato a Oppido Mamertina (RC), residente a Cadorago (CO), camionista.

Nell’ambito della presente indagine AMBESI Pasquale è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso della dote di “camorrista di sgarro”.

7.MONTELEONE Giuseppe, 25 anni, inteso “Baciulo”, nato a Cinquefrondi (RC), residente a Bregnano (CO), operaio.

Nell’ambito della presente indagine MONTELEONE Giuseppe è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso della dote di “camorra”.

8.PAVIGLIANITI Marco, 30 anni, nato a Cantù (CO), residente a Lomazzo (CO).

Nell’ambito della presente indagine PAVIGLIANITI Marco è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso di una dote allo stato non determinata.

9.PUGLISI Giovanni, 20 anni, nato a Cantù (CO), residente a Cermenate (CO), figlio dell’indagato PUGLISI Giuseppe, “capo” del “locale di Cermenate”.

Nell’ambito della presente indagine PUGLISI Giovanni è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso della “dote” di “sgarro”.

10.SCALI Giuseppe Salvatore, 78 anni, inteso “Tarzan”, nato a Grotteria (RC), residente a Cantù (CO), pensionato, già condannato ad anni 18 di reclusione per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, a seguito dell’indagine del 1994 sulla ‘ndrangheta in Lombardia nota come “I fiori della notte di San Vito”.

Nell’ambito della presente indagine, SCALI Giuseppe Salvatore è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso della “dote” di “trequartino”.

11.SCIACCA Filippo, 51 anni, nato a Giffone (RC), residente a Cadorago (CO), operaio.

Nell’ambito della presente indagine SCIACCA Filippo è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso di una dote pari o superiore alla “Santa”.

12.VALENTE Ivano Bartolomeo, 25 anni, nato a Cinquefrondi (RC), residente a Guanzate (CO), operaio, nipote dell’indagato PUGLISI Giuseppe, “capo” del “Locale di Cermenate”.

Nell’ambito della presente indagine VALENTE Ivano Bartolomeo è emerso quale “affiliato” al “locale di Cermenate”, in possesso della dote della “Santa”.

13.CONDÒ Marco, 43 anni, nato a Lecco (LC), residente a Sotto il Monte Giovanni XXIII (BG), operaio, fratello degli indagati CONDÒ Ivan e CONDÒ Antonio, entrambi affiliati al “locale di Calolziocorte”.

Nell’ambito della presente indagine, CONDÒ Marco è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte” con funzioni di “Mastro di Giornata”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

14.BUTTÀ Giovanni, 52 anni, nato a Caronia (ME), residente a Calolziocorte (LC), già condannato per omicidio in concorso, operaio.

Nell’ambito della presente indagine, BUTTA’ Giovanni è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso di “dote” della “Santa”.

15.CONDÒ Antonio, 44 anni, nato a Lecco (LC), residente a Torre de’ Busi (LC), camionista, fratello degli indagati CONDÒ Ivan e CONDÒ Marco, entrambi affiliati al “locale di Calolziocorte”.

Nell’ambito della presente indagine, CONDÒ Antonio è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” pari o superiore al “Vangelo”.

16.CONDÒ Ivan, 39 anni, nato a Lecco (LC), residente a Calolziocorte (LC), camionista, fratello degli indagati CONDÒ Antonio e CONDÒ Marco, entrambi affiliati al “locale di Calolziocorte”. Nell’ambito della presente indagine, CONDÒ Ivan è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso di una “dote” allo stato non determinata.

17.GOZZO Rosario, 50 anni, nato a Giffone (RC), residente a Carenno (LC), operaio.

Nell’ambito della presente indagine, GOZZO Rosario è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

18.LAMANNA Domenico, 64 anni, nato a Laureana di Borrello (RC), residente a Calolziocorte (LC), elettricista, già coinvolto, sebbene poi assolto, per i reati di associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti nell’indagine del 1996 sulla ‘ndrangheta in Lombardia nota come “I Fiori della notte di San Vito 2”.

Nell’ambito della presente indagine, LAMANNA Domenico è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso di “dote” pari o superiore alla “Santa”.

19.MANDAGLIO Bartolomeo, 56 anni, nato a Giffone (RC), residente a Vercurago (LC), imprenditore edile, cugino dell’indagato VALENTE Salvatore Pietro.

Nell’ambito della presente indagine, MANDAGLIO Bartolomeo è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

20.MANDAGLIO Luca, 30 anni, nato a Lecco, residente a Olgiate Comasco (CO), cameriere, figlio dell’indagato MANDAGLIO Antonio, “capo società” del “locale di Calolziocorte”.

Nell’ambito della presente indagine MANDAGLIO Luca è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della dote della “Santa”.

21.MARINARO Giovanni, 54 anni, nato a Caronia (ME), residente a Calolziocorte (LC), imbianchino, già condannato per i reati di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell’indagine sulla ‘ndrangheta in Lombardia nota come “Wall Street”.

Nell’ambito della presente indagine, MARINARO Giovanni è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

22.MONTAGNESE Nicholas, 22 anni, nato a Lecco, residente a Torre de’ Busi (LC), rispettivamente nipote e pronipote degli indagati VALENTE Salvatore Pietro e MANDAGLIO Bartolomeo, entrambi affiliati al “locale di Calolziocorte”.

Nell’ambito della presente indagine MONTAGNESE Nicholas è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della dote di “picciotto”.

23.PANUCCIO Albano, 33 anni, nato a Oggiono (LC), residente a Dolzago (LC), operaio, rispettivamente figlio, nipote e cugino degli indagati PANUCCIO Albano, PANUCCIO Antonino e GOZZO Rosario, tutti ”affiliati” al “locale di Calolziocorte”.

Nell’ambito della presente indagine PANUCCIO Albano è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Sgarro”.

24.PANUCCIO Antonino, 57 anni, nato a Giffone (LC), residente a Dolzago (LC), operaio, rispettivamente fratello e zio degli indagati PANUCCIO Michelangelo e PANUCCIO Albano, entrambi ”affiliati” al “locale di Calolziocorte”.

Nell’ambito della presente indagine PANUCCIO Antonino è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

25.PETROLO Francesco, 56 anni, nato a Giffone (RC), residente a Torre de’ Busi (LC).

Nell’ambito della presente indagine, PETROLO Francesco è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “trequartino”.

26.VALENTE Salvatore Pietro, 48 anni, nato a Taurianova (RC), residente a Torre de’ Busi (LC), operaio, cugino dell’indagato PUGLISI Giuseppe “capo” del “locale di Cermenate”, e dell’indagato MANDAGLIO Bartolomeo ”affiliato” al “locale di Calolziocorte”; padre dell’indagato minorenne VALENTE Manuel Bartolo e zio dell’indagato MONTAGNESE Nicholas, entrambi affiliati al “locale di Calolziocorte”;

Nell’ambito della presente indagine VALENTE Salvatore Pietro è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

27.VARRONE Vittorio, 41 anni, nato a Belcastro (CZ), residente a Lecco (LC), operaio.

Nell’ambito della presente indagine, VARRONE Vittorio è emerso quale “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso della “dote” della “Santa”.

28.GALLO Fortunato, 62 anni, nato a Giffone (RC), residente a Carimate (CO), pensionato, già condannato ad anni 4 di reclusione a seguito dell’indagine del 1996 sulla ‘ndrangheta in Lombardia nota come “I fiori della notte di San Vito 2”.

Nell’ambito della presente indagine GALLO Fortunato è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso della “dote” di “trequartino”.

29.GENTILE Antonio, 38 anni, nato a Cittanova (RC), ivi residente, pizzaiolo, già condannato per reati in materia di stupefacenti, armi e rapina.

Nell’ambito della presente indagine, GENTILE Antonio è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso di una “dote” allo stato non determinata.

30.GRECO Giuseppe, 31 anni, nato a Como, residente a Bregnano (CO), commerciante, già condannato per reati contro la persona.

Nell’ambito della presente indagine, GRECO Giuseppe è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso di una “dote” pari o superiore a “camorrista di sgarro”.

31.IACOPETTA Salvatore, 39 anni, nato a Locri (RC), residente a Bulgarograsso (CO), camionista.

Nell’ambito della presente indagine IACOPETTA Salvatore è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso di una dote allo stato non determinata.

32.LAROSA Michelangelo, 43 anni, inteso “Bocconcino”, nato a Giffone (RC), di fatto domiciliato a Milano, cognato dell’indagato LAROSA Giuseppe (Polistena, RC, 20/07/1965), “capo” del “locale di Giffone”.

Nell’ambito della presente indagine LAROSA Michelangelo è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso di dote pari o superiore al “Vangelo”.

33.MERCURI Bruno, 62 anni, nato a Giffone (RC), residente a Bulgarograsso (CO), già coinvolto, sebbene poi assolto, per i reati di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti nell’indagine del 1996 sulla ‘ndrangheta in Lombardia “I Fiori della notte di San Vito 2”.

Nell’ambito della presente indagine, MERCURI Bruno è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso della “dote” della “Santa”.

34.RULLO Alfredo, 59 anni, nato a Giffone (RC), residente a Cadorago (CO).

Nell’ambito della presente indagine RULLO Alfredo è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso della dote della “Santa”.

35.RULLO Luciano, 47 anni, nato a Como, residente a Fino Mornasco (CO), cugino dell’indagato LAROSA Salvatore, affiliato al “locale di Fino Mornasco”.

Nell’ambito della presente indagine RULLO Luciano è emerso quale “affiliato” del “locale di Fino Mornasco”, in possesso della “dote” di “Vangelo”.

IN CUSTODIA CAUTELARE AGLI ARRESTI DOMICILIARI (3):

36.BERSANI Giuseppe, 49 anni, nato a Carate Brianza (MB), residente a Gudo (Svizzera), imprenditore metallurgico.

37.MIRANDI Renato, 46 anni, nato a Como, residente a Olgiate Comasco (CO), imprenditore.

38.PANUCCIO Michelangelo, 61 anni, nato a Giffone (RC), residente a Dolzago (LC), “affiliato” al “locale di Calolziocorte”, in possesso di “dote” pari o superiore al “vangelo”.

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