«Io, guarito, ho passato giorni da incubo»

Un uomo di 48 anni di Lanzada si sta riprendendo dopo aver vinto il Covid «Ho lo stomaco a pezzi e sono molto stanco, ma il peggio è passato»

Tanta forza di spirito, fiducia nei medici, parecchia pazienza, grande equilibrio psicologico e, anche se da lontano, il calore dei propri cari. Queste sono le armi usate da un lanzadese contro il Covid-19; una partita durata quaranta giorni, giocata e vinta a casa sua, da solo, con l’aiuto a distanza del proprio medico curante e con il gran tifo della sua fidanzata che si trova a migliaia di chilometri dalla Valmalenco.

Lui si chiama Daniele Agnelli, ha 48 anni e sabato scorso ha rimesso nuovamente piede fuori casa per una breve passeggiata, soltanto dieci minuti ma è stata la fine di un incubo. «Ho lo stomaco a pezzi e sono molto stanco - racconta -, sento ancora parecchi dolori un po’ dappertutto, ma il peggio è passato, almeno spero. Mi sento ancora un po’ confuso, le gambe sono pesanti e il fiato è corto ma i medici dicono che è normale, per via di tutti i medicinali presi. I primi dieci giorni sono stati veramente brutti e confesso di avere avuto molta paura».

«Faticavo a respirare, gusto e olfatto non c’erano più, avevo anche mal d’orecchie. Quando mi sdraiavo a letto, sembrava che le vene mi sarebbero scoppiate da un momento all’altro».

Passano una quindicina di giorni e dopo altri due tamponi, entrambi positivi, le condizioni del 48enne malenco migliorano: «la febbre è durata soltanto un giorno e mezzo ma erano tutti gli altri sintomi a non darmi tregua: dolori ai polmoni, respiro corto, gambe e braccia informicolati, battito accelerato». Il martedì Daniele sta meglio e all’inizio della settimana successiva viene sottoposto a due tamponi in due giorni: negativi, è la fine di un incubo. «Devo ringraziare l’Ats e in particolare il mio medico che è stato eccezionale: mi ha chiamato ogni giorno, anche quando non era in servizio; anche se a distanza, mi ha seguito benissimo. Se ti ammali di Covid, è facile farsi prendere dal panico; serve molto autocontrollo, la testa ha un ruolo importantissimo per guarire.E poi non deve mancare il calore delle persone care: la mia fidanzata Lorena vive in Argentina, la sentivo moltissime volte al giorno; mi ha aiutato tanto» .

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