È Cavargna la finta povera d’Italia

I 122 contribuenti del paese dichiarano appena 6.350 euro all’anno: è il record negativo nazionale. Ma la statistica è viziata dal fatto che si tratta di lavoratori frontalieri: cifre analoghe nei Comuni vicini

Quest’anno Cavargna, prima Val Rezzo, una volta persino Valsolda. Nella classifica dei Comuni più “poveri” d’Italia per quanto riguarda i redditi pro capite si alternano puntualmente i piccoli paesi di confine.

I 122 contribuenti risultanti a Cavargna vantano un reddito pro-capite annuo di 6.350 euro; un nonnulla se paragonato a quello degli abitanti di Portofino (il Comune d’Italia con i residenti più ricchi), che vantano un reddito medio pro-capite di 51.403 euro.

La spiegazione è fin troppo nota: nel territorio a ridosso del confine svizzero l’economia è basata quasi del tutto sul frontalierato e i lavoratori che si recano ogni giorno in Svizzera non denunciano i loro compensi a lavoro in Italia.

Il reddito pro capite, di conseguenza, cala sensibilmente, ma è solo apparenza. I Comuni del Porlezzese e della Cavargna, proprio grazie al frontalierato, hanno raggiunto, in realtà, un tenore di vita da far invidia a molti altri. Cavargna, il paese estremo dell’omonima Valle, è arroccato sulla montagna a oltre mille metri quota; ancora più a monte c’è la frazione di Vegna con i suoi borghi al limite dell’infinito.

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