«Condanne troppo lievi»

Appalti Expo a processo

Il gup di Milano respinge le richieste di patteggiamento del comasco Perez e dell’ex direttore di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni. Nell’inchiesta anche alcuni incarichi a Como

Avrebbe potuto essere il primo “risultato” portato a casa dalla Procura di Milano in una delle indagini che riguardano le presunte irregolarità negli appalti di Expo. Invece le richieste di patteggiare la pena avanzate dall’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni, dall’ex capo ufficio gare - il comasco Pier Paolo Perez - e dall’ avvocato Fabrizio Magrì sono state bocciate dal giudice, che ha quindi mandato a giudizio i tre imputati.

Per loro il processo con rito immediato è stato fissato in tempi record: si aprirà tra una settimana, il 2 ottobre, davanti alla decima sezione penale del Tribunale. Per un errore di calcolo della pena il gup di Milano Giuseppe Vanore ha rigettato l’istanza di patteggiamento a tre anni di carcere, concordata con i pm e avanzata, tramite il suo difensore, da Rognoni. Respinte anche le proposte di Perez e Magrì rispettivamente a 2 anni e 8 mesi di reclusione e a un anno e 10 mesi (pena sospesa) con, in aggiunta, la confisca di circa 850 mila euro.

Nell’inchiesta erano finiti anche alcuni incarichi comaschi, direttamente o indirettamente riconducibili al nuovo ospedale Sant’Anna di San Fermo, realizzato proprio da Infrastrutture lombarde. Tra gli altri incarichi sotto inchiesta quelli per la nuova base operativa dell’elisoccorso di Villa Guardia, i lavori per la ristrutturazione del cosiddetto “corpo A” dell’ospedale Felice Villa di Mariano Comense, una serie di operazioni relative ad alienazioni del patrimonio immobiliare del vecchio ospedale di via Napoleona, e infine di alcune consulenze che riguardano l’autostrada Pedemontana.

Le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere, turbativa d’asta, truffa e falso: sarebbero stati pilotati una serie di gare, tra cui anche una da 210 milioni di euro per l’ospedale S. Gerardo di Monza e quelle di assistenza legale e tecnica-amministrativa per lavori legati ad Expo. Il giudice ha ritenuto che «la pena non sia stata determinata correttamente». Per il gup, poi, «non è significativo il contributo fornito» dagli imputati «negli interrogatori in fase di indagini preliminari» in quanto «hanno reso dichiarazioni di ammissione (...) laddove il compendio probatorio e indiziario a loro carico non consentiva di prospettare una verosimile ricostruzione alternativa a quella accusatoria, e hanno tentato comunque di giustificare il proprio operato». A ciò si aggiunge, oltre ai vari procedimenti ancora aperti - in particolare nei confronti di Perez e Rognoni - la mancanza di risarcimento a Ilspa, Regione Lombardia e Concessioni Autostradali Lombarde, i tre enti individuati come parti offese, a fronte di un ingente “profitto ingiusto» derivato dal «sistema ideato”: oltre 10 milioni di euro e di cui sono stati confiscati poco più di 7 milioni»

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