ComoLake2023: a Cernobbio il forum sul digitale. «L’Italia è pronta alla svolta»

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessio Butti è tra i promotori della tre giorni di eventi a Cernobbio . «L’obiettivo è che diventi un appuntamento fisso quindi luogo di confronto e un volano per il territorio»

Tre giorni di incontri e dibattiti su tutte le sfaccettature tecnologiche, da giovedì a sabato. A presentare la “Cernobbio del digitale” il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, il comasco Alessio Butti.

La Cernobbio del digitale punta a diventare l’Ambrosetti delle nuove tecnologie, visto anche il format - incontri di alto livello in una location di prestigio e vista lago?

“ComoLake2023 - Next Generation Innovations” punta a essere un evento unico nel suo genere, andando a occupare uno spazio pubblico che fino ad oggi è rimasto inspiegabilmente privo dell’attenzione che merita. Non ho dubbi sul fatto che i partecipanti apprezzeranno molto i luoghi, un mix incredibile di bellezze naturali, cultura e storia. Ma se dovessi dire cosa fa di ComoLake2023 un evento straordinario, allora guardo ai contenuti. Per tre giorni, mettiamo insieme i rappresentanti delle istituzioni, accademici, esperti, il mondo delle aziende e della consulenza e li coinvolgiamo su tutti i temi legati all’innovazione e alle tecnologie.

Un appuntamento che, se diventasse fisso, potrebbe avere ricadute importanti sul territorio dal punto di vista economico….

Il nostro obiettivo è proprio questo: trasformare l’evento in un appuntamento fisso, occasione preziosa per incontrarci, fare il punto sulle sfide tecnologiche e pensare alle risposte che, insieme, possiamo dare. Se riusciremo a raggiungere questo obiettivo, allora sì, ComoLake2023 potrà diventare, oltre che un incubatore di idee, anche un volano per l’economia del territorio.

L’Italia e Como a che punto sono sulla digitalizzazione?

Mettere sullo stesso piano lo stato di avanzamento del Paese e quello di un territorio è un’operazione rischiosa. Si rischia cioè di esaltare o di stigmatizzare eccessivamente la performance del territorio o quella nazionale. Credo sia più giusto guardare al nostro territorio, per capire come si sta muovendo sul fronte digitalizzazione e quali correttivi, se necessario, occorrerà adottare. I dati in mio possesso sono incoraggianti. Dal punto di vista dell’assegnazione dei fondi per la digitalizzazione dei servizi pubblici, nella nostra provincia abbiamo raggiunto il 99% dei Comuni che ha partecipato ad almeno un avviso pubblico. Attraverso la piattaforma PA Digitale 2026 abbiamo già allocato oltre 31 milioni di euro per progetti destinati a Comuni, scuole e strutture sanitarie sul territorio lariano.

Per scuole, sanità e Comuni ci sono anche fondi Pnrr da utilizzare. A che punto siamo?

È un capitolo importantissimo, cui tengo molto. A maggior ragione se consideriamo che ci troviamo a gestire i ritardi di chi ci ha preceduto. Per quanto riguarda le scuole, la provincia di Como ha già 41 sedi attivate con la banda ultra larga. Invece per quanto riguarda le connessioni delle strutture sanitarie, ci sono 53 sedi in progettazione, su un totale di 63 previste per la provincia di Como. L’investimento economico per la provincia di Como per il Piano Scuola Connessa è di oltre due milioni, mentre per Sanità Connessa è di circa 1,5 milioni.

State facendo progetti per portare il digitale il più vicino possibile al cittadino, anche nei Comuni. Servono per non lasciare nessuno solo nel mare della tecnologia?

Se immaginiamo la tecnologia come un mare, allora possiamo descrivere il lavoro del Governo sul fronte della digitalizzazione come il tentativo di creare tante isole, approdi sicuri attraverso cui dare accoglienza, tutela e assistenza a tutti gli utenti: dal cittadino all’impresa. Il nostro lavoro al Dipartimento per la Trasformazione Digitale è declinato proprio nel rispetto del principio di prossimità. In questo modo conciliamo tre esigenze: la prima è quella dell’avanzamento dei target ambiziosi che ci indica il Pnrr; la seconda è quella che ci chiede di essere flessibili rispetto ai bisogni e alle capacità di ciascun territorio; la terza è quella che ci chiede di essere inclusivi, attenti cioè agli utenti finali, che non lasciamo mai soli.

Come pensate di coinvolgere i cittadini per cercare di spiegare loro i vantaggi del digitale in modo semplice, visto che per alcune generazioni è tutto molto complicato?

Non lo pensiamo solo, lo stiamo facendo. ComoLake2023 è un esempio. Parleremo di tecnologia, a volte anche di questioni tecniche complesse, ma sempre con un occhio di riguardo alla comprensione e divulgazione dei contenuti. Chiaro poi che c’è un grande lavoro che stiamo portando avanti al Dipartimento per la Trasformazione Digitale sul fronte della formazione, con un solo obiettivo: mettere tutti a proprio agio rispetto all’utilizzo del digitale.

Lei alla presentazione dell’evento ha parlato di gap enorme tra l’evolversi della tecnologia e le normative. Non crede che sia un divario difficilmente superabile?

Se guardiamo alla progressione esponenziale con cui evolve qualsiasi tecnologia e ai tempi delle decisioni pubbliche, questo divario ci sembra incolmabile. Ma qui sta la capacità di chi si trova a gestire i dossier digitali. La parola chiave è lungimiranza. Le regole occorrono e sono importanti. Per questo, ad esempio, siamo al lavoro sulla revisione del Codice dell’Amministrazione Digitale, che contiene norme ormai datate e che stiamo riformulando peressere aggiornato alle tecnologie vigenti.

Il digitale è sempre positivo?

Dipende. Se positivo significa più innovazione al servizio di tutti i cittadini e imprese, a parità di condizioni, nuove opportunità professionali e di crescita per i nostri giovani, una burocrazia più veloce e semplice, allora sì direi che il digitale è certamente positivo, essendo la condizione abilitante per tutti i benefici che ho appena elencato. Qui entra in gioco il governo. Il nostro impegno quotidiano è tutto lì: concentrato sulla eliminazione degli ostacoli all’accessibilità, sull’abbattimento dei tempi che ci separano dal raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione, sulla riduzione dei rischi legati alle tecnologie, soprattutto per i più fragili, e sulla valorizzazione della ricerca e dell’innovazione.

Nel forum comunicazioni, intelligenza artificiale e metaverso saranno temi affrontati con un taglio tecnico, economico ed etico. Cosa significa?

Abbiamo preso due tecnologie di frontiera, rispetto alle quali impazza un dibattito fatto di ottimismo e pessimismo, di richiamo ai rischi e di esaltazione dei benefici. Noi pensiamo che per rendere queste tecnologie realmente comprensibili e accessibili a tutti servano punti di vista diversi tra loro, anche se compatibili. C’è dunque una componente tecnica, che ci spiegherà come nascono, come funzionano e verso quale direzione evolvono queste tecnologie. C’è poi una componente economica, che avrà il compito di guardare all’impatto di queste tecnologie sulla produzione industriale e sulla crescita. C’è infine, importantissimo, il tema etico, che ci aiuterà a guardare a queste tecnologie dal punto di vista dell’essere umano, per capire fino a che punto possono integrarsi nelle nostre vite, e quali limiti dobbiamo darci sin da ora. Una cosa è certa: sarà un dibattito molto affascinante.

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