Lecco. La Castello del Barro e Premax
sono tra i Campioni dell’export

L’impresa tessile di Oggiono ha realizzato all’estero il 95% delle vendite Il direttore del consorzio dei produttori di forbici: «Siamo un distretto di nicchia e qualità»

Ci sono anche due aziende lecchesi tra i Campioni dell’export 2022, la classifica stilata dal Sole 24 Ore per puntare i riflettori sulle realtà italiane che si sono affermate sui mercati mondiali, arrivando a destinare all’estero la quasi totalità delle loro produzioni. Ci sono imprese che a questo risultato sono arrivate con il tempo e altre, invece, che sono nate con la propensione alle esportazioni e che da decenni rappresentano un riferimento per clienti in tutto il globo.

Il quotidiano economico e Statista hanno analizzato novemila aziende, invitate a partecipare alla prima edizione della nuova graduatoria, composta dalle migliori 200. La parte del leone è fatta dalla metalmeccanica, cui afferisce il 31% delle realtà entrate in classifica. A seguire, prodotti industriali, alimentari, beni personali, tessile e moda. Tra i Campioni dell’export, dunque, spiccano due realtà della nostra provincia. In quindicesima posizione troviamo infatti Fabrics – Castello del Barro srl, azienda di Oggiono che dal 1975 – anno della fondazione - opera nel settore tessile producendo lino e cotone, jacquard, tessuti ricamati e stampati, veli e plissè, tende e opaline. Si tratta di un’azienda con una decina di dipendenti, che nel 2020 ha fatturato 1.590mila euro. Di questi, oltre 1,5 milioni (per l’esattezza 1.504mila euro) sono riferibili a prodotti esportati, pari a una quota del 94,6% del totale.

Anche l’altro nome lecchese in classifica è sinonimo di eccellenza a livello internazionale. Al 43o posto si trova infatti il Consorzio Premax, che a Premana raggruppa 35 produttori artigiani del distretto di forbici e coltelli. In questo caso, a fronte di un fatturato complessivo, nell’anno della pandemia, pari a 5.047mila euro, frutto di prodotti venduti all’estero è l’85,57%, corrispondente a 4.318mila euro.

«Siamo orgogliosi di questo posizionamento – ci ha detto ieri il direttore generale del Consorzio, Giovanni Gianola -, che è giunto in modo tutto sommato inaspettato, considerato il fatto che noi non siamo al centro delle grandi filiere produttive. Non facciamo prodotti che godano di particolare visibilità, e lo dico ovviamente col massimo rispetto per i nostri articoli. Quindi, a maggior ragione, l’inserimento in questa classifica nazionale è frutto di soddisfazione per il distretto produttivo di Premana e il Consorzio».

La propensione a rivolgersi ai mercati esteri, comunque, non è certo una novità per la realtà consortile premanese, che esporta una fetta importante della propria produzione da oltre trent’anni. «È la nostra vocazione e credo che possa anche essere un esempio di come i distretti di nicchia possano avere la forza di andare all’estero e di restarci stabilmente, anche senza particolari contenuti tecnologici e digitali. Nel nostro caso si tratta di prodotti di metalmeccanica leggera, con contenuti qualitativi e performance di eccellenza».

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