La morte di Ghezzi. «Anche la montagna oggi è più triste». Oggi alle 11 i funerali

I ricordi Increduli i gestori del rifugio Brioschi. «Nessuno conosceva queste vie meglio di lui».

«Arrivava da noi tutte le mattine. Ora lascia un vuoto incolmabile». Mattia Tettamanzi gestisce il rifugio Brioschi insieme ad Alex Torricini, tramite la società Brialba, è ancora scosso per la morte di Claudio Ghezzi, settant’anni da compiere il prossimo 4 luglio, recordman di salite in Grigna con oltre 5.600 ascensioni dal 1975.

Tra di loro si era instaurato un rapporto quasi familiare. «Quando lavoriamo nel rifugio – racconta Tettamanzi, anche per conto di Torricini – sappiamo che tutti i giorni, intorno alle 10, le 10.30 al massimo, arriva Claudio a salutarci. Adesso non ci sarà più ed è per noi un vuoto incolmabile. Ci fa male pensare a questa cosa. Lui arrivava quasi tutti i giorni, magari saltava il lunedì perché faceva altri giri, ma era qui spessissimo».

Qualcuno lo definiva “custode ad honorem” del rifugio Brioschi, non a caso. «Aveva le chiavi, tanto che, se saltava la corrente o c’erano altri imprevisti e noi non eravamo presenti per qualche motivo, o comunque se poteva, ci dava una mano – prosegue il rifugista – Ci dava anche un grandissimo aiuto per quanto riguardava le condizioni della montagna in inverno. Sapeva davvero cosa fare soprattutto durante le nevicate, dove ripararsi, come affrontare le perturbazioni e a cosa stare più attenti. Nessuno conosceva il Grignone meglio di lui».

Ghezzi, però, non amava solamente la Grigna. «Era uno scalatore di altissimo livello – indica Tettamanzi – Era stato sulle montagne di Cile, Bolivia, Pakistan e Tibet, aveva un’esperienza invidiabile». Oggi alle 11 i due rifugisti saranno al funerale nella chiesa di Missaglia. Il Brioschi è chiuso: la stagione inizierà proprio sabato.

Un altro molto legato a Ghezzi era Maurizio Torri. «Ho conosciuto Claudio circa vent’anni fa, quando ero un collaboratore della Provincia di Sondrio e seguivo la comunicazione per alcuni eventi legati alla montagna – racconta – In quel caso si trattava dell’International skyrace Valmalenco Valposchiavo e aveva partecipato un gruppo proveniente da Missaglia. Si trattava di atleti non tanto giovani, ma fortissimi, e tra di loro c’era anche Ghezzi. Da lì mi è sempre stato amico, mi ha preso sotto la sua ala. Per esempio, quando presentavo le serate legate alla montagna nei negozi Sport Specialist lui veniva sempre, si metteva in prima fila e veniva ad abbracciarmi, scambiando qualche parola. Era una persona cristallina, mi ha sempre voluto bene. Posso dire che mi ha fatto da tutor. Questo è un giorno davvero triste per tutti coloro che frequentavano il Grignone ed erano suoi amici».

Un cuore buono, morto per salvare una persona in difficoltà. Domenica Ghezzi, che aveva già raggiunto la vetta della Grigna settentrionale, stava scendendo sul versante mandellese per andare in aiuto di una conoscente di 51 anni che si era trovata in difficoltà durante la salita. Un piede in fallo su un sasso che non ha retto il suo peso ed è precipitato per una quindicina di metri, fermandosi su un terrazzino di roccia. A nulla sono serviti i soccorsi, giunti con l’elicottero da Como.

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