La mamma di Liam assolta in Appello

Ballabio la Corte d’Assise di Milano ha ribaltato la sentenza di primo grado con la condanna a dieci anni Il fatto non sussiste: non sono state raccolte prove sufficienti. Il papà era stato prosciolto in primo grado

Dopo il padre, assolta anche la madre. La sentenza di Appello ribalta il giudizio di primo grado nel procedimento nato in seguito alla morte del piccolo Liam, spirato nel 2015 dopo soltanto 28 giorni dalla propria nascita.

Il capo d’imputazione

La Corte d’assise d’Appello di Milano ha infatti assolto con la formula del fatto non sussiste, per mancanza di prove sufficienti, Aurora Ruberto, quarant’anni di Ballabio, difesa dagli avvocati Nadia Invernizzi e Roberto Bardoni.

Un pronunciamento che ribalta la sentenza di primo grado, nella quale, con rito abbreviato, quindi con lo sconto di un terzo della pena, la donna era stata condannata a dieci anni di carcere, con il capo di imputazione che era stato modificato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.

A questo si erano aggiunte le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la sospensione della responsabilità genitoriale nei confronti della figlia primogenita durante la pena.

Sempre nel procedimento di primo grado, era già stato assolto il padre, Fabio Nuzzo, 47 anni, con sentenza della Corte d’Assise di Como, non impugnata dalla Procura e quindi divenuta definitiva.

Liam Nuzzo era nato il 17 settembre 2015, per poi essere trovato senza vita in culla, nell’abitazione di Ballabio, 28 giorni più tardi. Secondo quanto raccontato i genitori, il piccolo sarebbe stato portato in ospedale una prima volta a seguito di una caduta e una seconda volta dopo la comparsa di rigonfiamenti sulla testa.

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