In cella con un tumore
Ora ha contratto il Covid

Uomo di Margno che sta scontando la pena a Opera è in ospedale: si è contagiato in una cella di 4 persone

Quali siano, effettivamente, le sue condizioni di salute, nessuno lo sa: non la ex moglie Giuseppina Catta, che gli è sempre stata vicina in questi anni di tribolazioni. Non il suo avvocato Stefano Mandelli, con studio a Lecco, che è riuscito a parlare brevemente soltanto con l’ospedale San Paolo per avere la conferma che si trova lì ricoverato. Quello che è certo è che l’uomo ha contratto il Covid in una cella del carcere di Opera e che ora si teme per la sua vita, per via di una grave patologia tumorale contro cui sta combattendo da alcuni anni.

Ha subìto un trapianto

Agostino Acetti, 58 anni, è stato accompagnato, dalla sua abitazione di Margno, in carcere alla fine di ottobre, quando una condanna a cinque anni di reclusione per frode fiscale è passata in giudicato. Ma le sue condizioni di salute sono compromesse da tempo: scoperto un epatocarcinoma, l’uomo è stato sottoposto a trapianto di fegato al Policlinico di Milano nel 2013.

Da qualche tempo sta combattendo contro una metastasi a un femore, che ha richiesto un ciclo di radioterapia. Ora la sua epatologa lo stava sottoponendo a una terapia chemioterapica orale «ma non sappiamo se la stia seguendo – spiega l’avvocato Mandelli -. Le comunicazioni, in queste settimane, sono sempre state scarse e frammentarie».

Il precedente legale che assisteva l’uomo, nell’immediatezza dei fatti, aveva proposto ricorso contro la misura detentiva, suggerendo un differimento dell’esecuzione della pena o, in alternativa, gli arresti domiciliari. Ricorso respinto.

Non accolto il ricorso

«Non dico che una persona ammalata di tumore sia per forza incompatibile con la vita carceraria, ma in questo caso non si è, a mio giudizio, tenuto conto del sovrapporsi di più patologie, il signor Acetti soffre infatti anche di una grave forma di diabete, nonché del momento storico – spiega l’avvocato Mandelli -. Quando è stato portato a Opera, la seconda ondata della pandemia da Sars-CoV2 era già in atto. Infatti, in una delle prime telefonate alla ex moglie aveva raccontato che un suo compagno di cella, una cella da quattro peraltro, era risultato positivo al tampone».

Il dramma del coronavirus

«Subito dopo se n’è ammalato un secondo – racconta la signora Catta -. Era sempre difficile riuscire a parlare con lui, una volta respinto il ricorso ho deciso di consultare un secondo legale, che ora ci sta assistendo. La scorsa settimana è riuscito a dirmi che stava male, aveva la febbre da quattro giorni, ma si trovava ancora in cella».

«Soltanto venerdì sera ho scoperto che, il giorno precedente, era stato ricoverato al San Paolo di Milano, l’ospedale che è collegato con il carcere di Opera – prosegue l’avvocato Mandelli -. In quali condizioni, non sono stato in grado di scoprirlo anche perché, ufficialmente, il signor Acetti non è ancora riuscito a ufficializzare la mia nomina e questo mi impedisce di instaurare contatti con chi lo sta curando».

© RIPRODUZIONE RISERVATA