«A Udine una grande emozione»

Penne nere L’adunata degli alpini disturbata dalla pioggia che ha limitato la partecipazione alla sfilata. Il presidente Invernizzi: «Mi resterà sempre impressa l’accoglienza alle bandiere dei reparti in armi»

Adunata bagnata, adunata fortunata. Ma anche dimezzata. Non è proprio stata dimezzata, visto che Udine e dintorni sono stati veramente presi d’assalto dal popolo delle penne nere di tutta Italia, ma di sicuro la partecipazione alla sfilata è stata ridotta dal maltempo.

Molti “veci” pur essendo oramai a Udine, hanno mollato il colpo vista la pioggia battente. I più “antichi” hanno disertato solo la sfilata. Ma tutto il resto, dalle cerimonie al chiuso, alle celebrazioni nelle piazze, è stato molto partecipato.

Emiliano Invernizzi presidente della Sezione di Lecco è tornato in albergo bagnato come un pulcino ma davvero contento: «I nostri, alla fine, erano più di 500, ma le condizioni erano non proibitive, ma quasi. Però c’erano tutti, sia durante il percorso che a lato. Tantissima gente e tanta affluenza anche dietro le transenne, ad applaudirci. Poi abbiamo avuto la soddisfazione di vedere il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro della Difesa, il ministro dei Rapporti con il Parlamento e tante altre autorità. Dei nostri territori poi c’erano tanti sindaci e autorità. Impossibile citarli tutti».

E tra loro anche il presidente della Provincia Alessandra Hofmann, oltre a sindaci, assessori e delegati comunali vari. E per la Regione c’è stato anche il consigliere lecchese Giacomo Zamperini».

Ma c’erano soprattutto i “veci” e i “bocia”, gli unici indispensabili in questa 94esima adunata. E tra loro anche gli alpini più rappresentativi del lecchese: «Il vessillo - spiega Invernizzi - è stato scortato oltre che da me dal consigliere nazionale, che è di Sirtori, Renato Spreafico. È stato un bellissimo momento». Ma il momento più toccante è sempre il passaggio davanti alle tribune. Anche per quest’adunata è stato così: «Anche se a a me – ha concluso Invernizzi - resterà sempre impressa l’accoglienza delle bandiere di guerra dei reparti in armi. E poi prima dell’adunata, l’ammassamento prima della sfilata; è stato un momento di grande condivisione».

Anche il presidente della seconda sezione lecchese, ovvero quella di Colico, Stefano Foschini è rimasto impressionato dalla resilienza dei suoi alpini: «Abbiamo dovuto anticipare la sfilata di quasi un’ora, visto che l’affluenza è stata ridotta dalla pioggia insistente. Hanno partecipato tutti i 22 gruppi della nostra sezione. E direi che i più numerosi sono stati quelli di Colico e di Tremenico. C’erano i rappresentanti di tanti comuni ma la cosa più bella è la partecipazione dei nostri associati e dei nostri simpatizzanti».

Il momento più bello anche per Foschini è stato il passaggio davanti alla tribuna centrale di Udine: «Passare davanti al presidente nazionale alpini Ana, Favero, e davanti al labaro nazionale, alle medaglie d’oro, è sempre molto emozionante – osserva il presidente della sezione di Colico -. Fa capire bene perché ci diamo da fare, perché combattiamo per il ripristino della leva obbligatoria e per portare avanti l’attività di solidarietà insieme alle giovani generazioni. Il senso concreto del passaggio del testimone, di quegli obiettivi che vogliamo perseguire, è il senso dell’alpinità».

Ma finita un’adunata, ne comincia un’altra. Almeno per Colico: «Finita l’adunata siamo in ballo per organizzare il 50° di fondazione della sezione, il 9-10 e 11 di giugno. Il 9 sera saremo a Pianello del Lario dove abbiamo organizzato al teatro il concerto del coro Grigna Ana Lecco; sabato sera saremo nella chiesa di San Giorgio a Colico per la benedizione del vessillo sezionale del 50° anniversario. E domenica si svolgerà la cerimonia ufficiale con l’ammassamento alle 9,30, l’alzabandiera, il corteo per le vie cittadine, la posa della corona ai caduti, la locuzione del sindaco Monica Gilardi, del prefetto Sergio Pomponio, oltre al mio intervento e del past president Luigi Bernardi. Oltre all’intervento del consigliere nazionale Renato Spreafico». Ultima nota: la Protezione civile dell’Ana Colico faceva servizio alla cittadella e alle tendopoli allestite a Udine per garantire la sicurezza dell’antincendio.

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