CRV - Consiglio Veneto riconosce e finanzia le comunità energetiche

(Arv) Venezia 28 giu. 2022  -      Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con voto unanime (45 sì) la legge che riconosce e promuove le comunità energetiche. Si tratta di un intervento legislativo in una materia concorrente tra Stato e Regioni, l’energia, di rinnovata attualità per la crisi energetica e il contrasto al cambiamento climatico. Il testo approvato dal ‘parlamentino’ di palazzo Ferro Fini fa sintesi di tre proposte di legge iniziali, presentate rispettivamente dalla Giunta, da Cristina Guarda (Europa Verde), e da Arturo Lorenzoni e altri consiglieri del misto e di opposizione e dà attuazione alle direttive della Commissione europea che impongono di agevolare i gruppi di cittadini che si organizzano per forme di autoconsumo dell’elettricità. Le comunità energetiche sono gruppi di persone, imprese e soggetti pubblici che condividono la produzione in proprio e il consumo di energia elettrica: hanno l’obiettivo di favorire l’autoconsumo, di contenere i costi e produrre benefici per i soci della comunità, e non di realizzare profitti.

La legge veneta – ha spiegato il relatore  Marco Andreoli  (Lega-Lv), presidente della commissione per le politiche economiche – favorisce la creazione di gruppi di autoconsumo, costituiti da soggetti pubblici e privati che si associano per la produzione, l’accumulo e il consumo di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, ma anche energia idroelettrica, biogas, eolica).

“L’autoproduzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili è oggi competitiva e rappresenta una opportunità di sviluppo locale in chiave di sostenibilità ed economia circolare. Le Comunità energetiche rappresentano un modello innovativo di approvvigionamento, distribuzione e consumo di energia con l’obiettivo di agevolare la produzione e lo scambio di energie generate principalmente da fonti rinnovabili, nonché l’efficientamento e la riduzione dei consumi energetici. Il tema dell’autoproduzione è oggi al centro dell’interesse generale per le opportunità che si stanno aprendo con l’innovazione della gestione energetica, anche con notevoli possibilità di risparmio. L’energia elettrica scambiata e condivisa beneficia infatti di un contributo economico del Gse. Mi auguro che i cittadini veneti apprezzino fino in fondo questa opportunità”.

I 9 articoli del testo di legge definiscono le comunità energetiche e i gruppi di autoconsumatori che agiscono collettivamente (ad esempio famiglie di un condominio) e ne stabiliscono gli obiettivi di autoconsumo e non di profitto. In particolare si chiarisce che le comunità energetiche sono soggetti produttori di energia a patto che la quota dell’energia prodotta destinata all’autoconsumo da parte dei membri sia almeno il 60% del totale. La Regione Veneto, oltre a promuovere e monitorare le comunità energetiche e a prevedere forme di finanziamento per gli impianti da fonti rinnovabili a servizio di tali comunità, si impegna a istituire un tavolo regionale per il risparmio energetico per promuovere la diffusione in modo coordinato dei gruppi di autoconsumo e per individuare e suggerire buone pratiche per la riduzione dei consumi energetici. Complessivamente la nuova legge nasce con una dote finanziaria di 250 mila euro per il 2023 e altrettanti per il 2024, più 100 mila euro per il 2022 (erano 10 mila nel testo arrivato in aula) a sostegno delle spese di avvio per il lavoro di sensibilizzazione, promozione e facilitazione.

 

Il correlatore  Arturo Lorenzoni,  del gruppo misto e portavoce dell’opposizione, ha sottolineato il valore “trasversale” dell’iniziativa legislativa, “a riprova della grande attualità del tema e del comune impegno di maggioranza e opposizione a perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale e transizione energetica”. “Questo provvedimento nasce da un veneto, il senatore Gianni Girotto, presidente della commissione Industria del Senato, che per primo ha avuto questa intuizione lungimirante – ha ricordato – Oggi il sostegno alle comunità energetiche si dimostra una scelta necessaria, improcrastinabile, di fronte ai cambiamenti climatici e ai rischi di povertà energetica. Nelle economie mature non ha più senso parlare di grandi centrali per la produzione di energia: meglio orientare gli investimenti verso obiettivi locali, di scala ridotta, coinvolgendo le comunità locali nelle scelte di impresa e di produzione di energia. Si tratta di un nuovo modello di ingegneria sociale, meno costoso e più conveniente, capace di creare impresa e di produrre reddito: le comunità energetiche sono uno dei pilastri di un nuovo sistema energetico resiliente e mutualistico, dove i consumatori diventano soggetti attivi della produzione”.

Lorenzoni ha quindi messo in luce la convenienza di investire in comunità energetiche: “Entro tre anni, ai prezzi attuali dell’energia, le comunità energetiche regionali potranno rientrare degli investimenti. Investire nel creare comunità di energia rinnovabile nei condomini Ater, è un modo intelligente per contrastare la povertà energetica”, ha esemplificato lo speaker dell’opposizione. “Mi auguro che a questo provvedimento ne seguano altri per incentivare le fonti rinnovabili e nuovi modelli di approvvigionamento energetico, che risultano più efficaci delle estrazioni di idrocarburi in Adriatico”.

A sostegno del provvedimento si sono pronunciati  Andrea Zanoni  del Pd (“Un passo avanti per diffondere questa realtà in Veneto, ma attenzione a semplificare l’iter di costituzione”),  Cristina Guarda  di Europa Verde (“Le comunità energetiche sono una fonte di risparmio e guadagno economico, sociale e ambientale. Vanno aiutate investendo nel 2022 non 10 mila euro, ma 100 mila euro per promuoverne conoscenza e fattibilità e recuperare i ritardi della normativa nazionale”),  Elena Ostanel  del Veneto che Vogliamo (“Bene il tavolo tecnico regionale, ma altre Regioni hanno messo molti più soldi del Veneto per le comunità energetiche, la Lombardia stanzia ben 10 milioni di euro”) ed  Erika Baldin  del M5S (“una intuizione lungimirante del Movimento che comincia a realizzarsi”). Per la vicepresidente del Consiglio  Francesca Zottis  (Pd) “il Consiglio approva una delle leggi più importanti di questo mandato”, che dovrà essere accompagnata con “investimenti in formazione, conoscenze scientifiche, consapevolezza morale e responsabilità etica” anche per evitare speculazioni. La capogruppo di Forza Italia  Elisa Venturini  ha sottolineato “il valore innovativo della cooperazione tra soggetti pubblici e privati” e il contributo positivo che la distribuzione delle comunità nel territorio darà alle politiche energetiche del Veneto. “Cinque anni fa nel Veronese eravamo stati pionieri con i primi impianti a fonti rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico al solare termico – ha ricordato  Stefano Valdegamberi  (misto) – ora con questo strumento legislativo sarà possibile dare forma giuridica e creare le condizioni per favorire l’iniziativa dei singoli territori per l’autosufficienza energetica, valorizzando anche la risorsa geotermica”.

Viva soddisfazione per la condivisione unanime di un provvedimento definito “strategico e contingente” è stata espressa dall’assessore allo sviluppo economico e all’energia  Roberto Marcato  (Lega), che ha ricevuto espressioni di apprezzamento bipartisan dall’aula per la coerenza e la ‘laicità’ dimostrata nel lavoro di stesura della legge. Il rappresentante della Giunta, ha accolto la richiesta di aumentare le risorse per la promozione delle comunità energetiche e ha confermato che “nella nuova programmazione dei fondi comunitari ci saranno 10 milioni di euro per le comunità energetiche”. Inoltre Marcato si è impegnato a trovare “con il benestare del collega al bilancio Calzavara” ulteriori risorse per quella che ha definito “una priorità assoluta dell’agenda politica non solo regionale e nazionale, ma internazionale”.

 

Insieme alla legge l’aula ha approvato con voto unanime anche tre ordini del giorno: il primo, a firma di  Erika Baldin  (M5S), che impegna la Regione Veneto a prevedere nel bilancio regionale 2022 un fondo per l’autoconsumo collettivo di energia rinnovabile; il secondo a firma di  Elena Ostanel  (VcV) e sottoscritto anche da Guarda, Lorenzoni e altri consiglieri del Pd che auspica la formazione del personale degli enti locali e di tutte le professionalità convolte nella filiera energetica, coinvolgendo le Università.  E infine il terzo, sempre a firma di Elena Ostanel, che invita la Regione a stipulare protocolli di intesa con le amministrazioni locali per individuare tetti e superfici pubbliche da mettere a disposizione di impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili.

 

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