L’elettore ha ragione e spesso anche torto

In un memorabile aforisma giustamente passato alla storia, Winston Churchill ricordava che il miglior argomento contro la democrazia è una conversazione di cinque minuti con l’elettore medio.

Visto che l’ex premier britannico è una figura leggermente gigantesca e, forse, leggermente più autorevole degli statisti che affollano il panorama politico internazionale, ma soprattutto nazionale, questa considerazione rigonfia di cinismo, pessimismo e lungimiranza ha qualcosa da dire anche a noi. Certo, il fatto che il tema - “non è vero che gli elettori hanno sempre ragione” - sia stato riproposto nei giorni seguenti alle elezioni regionali, per lui disastrose, dal leader del terzo polo Carlo Calenda, uno dalle idee molto nette, spesso condivisibili, ma con un’inquietante tendenza a farla fuori dal vaso, non ha aiutato a dare autorevolezza al livello del dibattito. Che infatti, tra risate, sberleffi, sghignazzate da osteria, calambour sulla sinistra Ztl e meme sui social non ha fatto altro che infierire sul malcapitato compagno di avventure di Renzi (povero lui…) e buttarla in caciara, specialità nella quale il Bagaglino in servizio permanente effettivo della politichetta italiana non prende lezioni da nessuno.

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