Un piano di evasione riuscito a metà: tra i fuggitivi dal carcere Beccaria ci sono due comaschi

Il caso Un minorenne canturino e un diciannovenne di Canzo nell’elenco dei giovani in fuga. La sorella del primo lo ha convinto a costituirsi il giorno dopo. Dell’altro ancora nessuna traccia

Sono comaschi due dei sette detenuti del carcere minorile “Beccaria” di Milano evasi in modo rocambolesco nel pomeriggio del giorno di Natale, mentre stavano giocando a calcio nel cortile della struttura detentiva che accoglie sia i minori sia chi deve scontare pene rimediate prima del compimento del diciottesimo anni di età.

Da quanto è stato possibile capire, il gruppo di ragazzi – cinque italiani, uno dell’Ecuador e uno del Marocco – avrebbero allontanato l’agente della polizia penitenziaria con una banale scusa per poi approfittare della situazione e scappare.

Il giovane di Cantù

Dei sette fuggiti, tre già poche ore dopo avevano fatto rientro nel carcere minorile, convinti dai parenti che quanto stavano compiendo non avrebbe agevolato il loro già difficile percorso di reintegro.

Il primo a rientrare in cella (un ruolo decisivo nel fargli cambiare idea sarebbe stato giocato dalla sorella) è stato un giovane di Cantù, 17 anni compiuti solo pochi giorni fa. Il ragazzo era stato colpito la scorsa estate da una ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito delle indagini dei carabinieri della compagnia di Cantù sulla baby gang che imperversava tra la città del mobile e i Comuni limitrofi, compreso Como. Anzi, la banda si muoveva proprio tra i capoluogo e Cantù e il numero maggiore dei reati contestati li aveva compiuti proprio lungo questa tratta.

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