La famiglia del sub morto negli abissi del lago ha chiesto di fare accertamenti sul suo respiratore

Tavernerio L’avvocato dei famigliari Livio ha chiesto alla Procura di avere a disposizione l’attrezzatura. L’ipotesi da accertare è che possa essersi verificato un malfunzionamento nella fase di emersione

Sono due i punti da chiarire il merito alla tragica immersione costata la vita a Fabio Livio, 41 anni di Tavernerio, non riemerso domenica dopo essere sceso ad oltre 100 metri di profondità nelle acque del Lago di Como, al Moregallo. Interrogativi su cui la famiglia della vittima, che ha nominato due avvocati per assisterli in questa straziante vicenda, chiede informazioni ed anche una serie di accertamenti tecnici, partendo dall’autopsia per arrivare alla possibilità di far analizzare l’attrezzatura ad un proprio consulente per scoprire eventuali avarie all’impianto di respirazione denominato «a circuito chiuso». Istanza che è già stata formalizzata dai legali Pierpaolo Lilvio e Riccardo Guido e che è stata depositata sul tavolo per pubblico ministero incaricato del fascicolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA