Interrogato in Questura
Il delirio dell’omicida
«È morto come un cane»

Confuso, delirante, per nulla pentito davanti ai detective della squadra mobile. «Il prete faceva parte di un complotto contro di me»

Non c’è alcuna perizia che sancisca un problema psichiatrico. Ma la folle rivendicazione dell’assassinio di don Roberto, sembra il frutto quantomeno di una mente confusa. Confessa il suo delitto, Ridha Mahmoudi, 53 anni, tunisino irregolare pur se ha trascorso più della metà della sua vita in Italia. Lo fa quasi con orgoglio davanti ai detective della squadra mobile della Questura, in un interrogatorio tutt’altro che semplice, per nulla lineare, condito da momenti di vaneggiamento.

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