Il reddito di cittadinanza allo sfruttatore di lucciole

L’inchiesta Uno degli arrestati nel blitz dei carabinieri tra Como e Svizzera incassa dallo Stato 500 euro al mese

Secondo l’accusa ogni mese riceveva - con la sua complice - non meno di duemila euro (soldi totalmente in nero). Senza contare il denaro che avrebbe incassato con la vendita della droga. Eppure dall’ottobre 2020 Stefano Forcella, comasco di 28 anni con casa tra Cernobbio e Fino Mornasco, incassa regolarmente e mensilmente il reddito di cittadinanza. Cinquecento euro garantiti dallo Stato, che ora però ha disposto il carcere per il giovane con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ma anche di spaccio di sostanze stupefacenti.

È uno dei retroscena dell’indagine che i carabinieri del Nucleo Investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Como hanno condotto, assieme ai colleghi della polizia cantonale svizzera. Una collaborazione, quella tra Arma e agenti ticinesi, che ha portato ad alzare il velo su un giro - al momento di dimensioni ridotte, ma non è escluso che possa celare storie e proporzioni ben differenti - di sfruttamento della prostituzione (o, almeno, questa è l’accusa ipotizzata) tra il Comasco e i night club del Luganese.

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