«In quell’immobile moschea abusiva»
Il Tar dà ragione al Comune di Costa

Costa Masnaga Nuova tappa del procedimento contro l’associazione islamica La Speranza Non può esserci un luogo di culto, va ripristinato come prima. Sessanta giorni per il ricorso

Il Tar della Lombardia torna a dar ragione al Comune di Costa Masnaga, rigettando il ricorso dell’associazione islamica La Speranza, in merito al centro di preghiera di via Cadorna. Di fatto confermando che si trattava di un centro di preghiera non autorizzato.

Vicenda intricata

L’intricata vicenda giudiziaria aveva preso avvio nel 2019 quando il Comune aveva ravvisato interventi al pian terreno funzionali a trasformare stabilmente la destinazione d’uso da produttiva a luogo di culto, fatto che per gli uffici comunali era comprovato dall’afflusso di centinaia di persone alla preghiera del venerdì. Aveva così ordinato la demolizione e il ripristino del luogo a vocazione produttiva. Da qui i ricorsi.

Il Tar aveva dato ragione all’amministrazione comunale, poi però il Consiglio di Stato aveva considerato nulla la sentenza di primo grado.

Ieri la nuova sentenza che ha rigettato tutti i ricorsi del centro islamico. In merito agli interventi il Tar sottolinea come sia stato demolite pareti per allargare il salone principale per ospitare più persone e come sia stato allestito un arredamento tipico dei luoghi di culto musulmani, compresa la targa con la scritta “Moschea al Hoda”.

Parallelamente si era anche incardinato un procedimento penale conclusosi a giugno con le sentenza di primo grado, di assoluzione perché il fatto non sussiste, nei confronti di Bendaoud Fahri , legale rappresentante dell’associazione “La Speranza”. Il giudice Manzi aveva assolto rilevando che era utilizzata solo per un giorno a settimana come luogo di preghiera. Per il Tar questa sentenza penale però nulla incide nel giudizio amministrativo.

Cosa accade ora? Nel nuovo piano di governo del territorio, il Comune ha individuato un’altra area in cui realizzare un edificio per il culto della fede islamica, in una zona che affaccia sulla statale 36, al confine con il Comune di Bulciago. Per tre anni il centro La Speranza potrà rimanere in via Cadorna a patto che rimuova gli illeciti edilizi e avvii le pratiche per il trasferimento. Il cambio temporaneo di destinazione d’uso da produttivo a luogo culto, in via Cadorna, riguarderà soli di 272 metri quadri, con realizzazione di un parcheggio convenzionato.

Sindaco soddisfatta

Soddisfatta il sindaco Sabina Panzeri : «Il Tar ha dato ragione al Comune nel merito dei provvedimenti emessi per il ripristino degli abusi edilizi commessi per l’illecita formazione di una moschea dentro ad un capannone adibito a deposito industriale. L’amministrazione comunale prende atto delle sentenze favorevoli emesse. Pareva infatti che l’associazione La Speranza potesse godere di non ben precisati benefici, estranei e che mai si erano visti applicare per tutte le altre pratiche edilizie di abusi che normalmente si chiudono con demolizioni, ripristini, fiscalizzazioni o sanatorie ma mai con non luogo a procedere. Ringrazia i tecnici che hanno assistito il comune in questa delicata vertenza. Ringrazia anche l’avvocato Umberto Grella per la linea di difesa intrapresa in questi anni».Ci sono ora 60 giorni di tempo per impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA