Una nuova moschea lungo la Super

Costa MasnagaNella variante urbanistica è prevista la costruzione di un edificio religioso di 4000 metri quadrati L’area è un terreno agricolo, è stata individuata perché di facile accesso e perché potrà essere servita da parcheggi

Una nuova moschea di quasi quattromila metri quadrati (siamo nell’ordine di grandezza di un campo di calcio) potrà essere realizzata ai margini della Superstrada 36, in Comune di Costa Masnaga. Non si sta parlando di ipotesi, ma di un iter burocratico che ha già mosso i primi passi.

L’area destinata ad ospitare l’edificio religioso è stata inserita nell’ultima variante urbanistica al Piano di governo del territorio presentata dall’amministrazione comunale masnaghese, guidata dal sindaco Sabina Panzeri. Il documento spiega che l’area a ridosso della 36 è stata individuata perché è di facile accesso, può essere servita da parcheggi e perché consentirebbe di spostare la moschea, ora ospitata in paese in una sala riunioni, in un’area più tranquilla e facilmente raggiungibile anche da fedeli che arrivano da altri paesi.

Due ulteriori passaggi

Il documento della Valutazione ambientale strategica (Vas) è stato pubblicato in questi giorni sul sito della Regione Lombardia. La scadenza per presentare osservazioni in merito alla variante è il prossimo 2 ottobre.

Si tratta comunque di una fase preliminare, perché dopo le osservazioni si aprirà la discussione in consiglio comunale con la consultazione e il parere. Poi seguiranno la prima approvazione con l’adozione e l’approvazione definitiva che porterà al cambiamento vero e proprio del Pgt.

Si legge nel documento di sintesi non tecnica: «Redazione nell’ambito della variante generale al vigente strumento urbanistico dello studio di settore, integrativo del Piano dei servizi, Piano delle attrezzature religiose - continua - Si prevede la ricognizione di tutte le attrezzature religiose presenti sul territorio comunale e la delocalizzazione della sala di riunioni utilizzata come moschea nella sede dell’associazione culturale “La Speranza”, oggi ubicata in un ambito cortilizio, in parte proprietà comunale con scarsa accessibilità e spazi da destinare a parcheggio pubblico. La variante individua una nuova area, a sud della Ss 36 del Lago di Como e del Passo dello Spluga di facile accessibilità esterna al nucleo urbanizzato, dove sarà possibile realizzare un nuovo immobile da destinare a moschea con le relative aree pertinenziali da destinare a parcheggio pubblico».

Spazio marginale

Un’area di oltre quattromila metri quadrati situata al confine con il Comune di Nibionno. «La variante urbanistica prevede l’utilizzo di nuovo suolo agricolo per la realizzazione della moschea con i relativi spazi da destinare a parcheggio pubblico - prosegue il documento -. Le aree che hanno una consistenza di 4.908 metri quadrati si qualificano in parte quali contesti agricoli con accessibilità da una strada di arroccamento della statale 36, posta in prossimità di ambiti boscati e a sud con un ambito industriale. Il contesto è marginale rispetto alle aree agricole prevalenti poste a est».

Un progetto definito come sostenibile: «L’intervento di trasformazione delle aree per la realizzazione della nuova struttura religiosa è sostenibile, poiché coinvolge aree marginali del sistema agricolo prevalente, con facile accessibilità dalla Ss 36, con l’opportunità di realizzare una struttura con i relativi spazi a parcheggio di interesse sovracomunale - viene spiegato -. La soluzione proposta dalla variante urbanistica elimina la criticità, per la numerosa fruizione degli immobili di via Cadorna nei momenti di preghiera, in considerazione della significativa carenza di spazi da destinare a parcheggio pubblico, in un contesto di tessuto urbano consolidato abitato».

Dopo la recente sentenza del Tar sulla moschea di Cantù, ora è un altro importante e storico luogo di culto islamico in Brianza a tenere banco nelle cronache di fine estate. Un progetto, quello previsto nella variante, che accenderà sicuramente un vivace dibattito sia a livello politico che di opinione pubblica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA