Biometano dai rifiuti, previste entrate per 2milioni

AnnoneAl via i lavori che permetteranno alla centrale di produrre un milione 800mila standard-metri cubi. D’Alema (Silea): «Migliorerà inoltre il problema della puzza, il compost sarà di qualità migliore e certificato»

Sono cominciati nell’area in località Tassera i lavori per trasformare il centro di compostaggio dei rifiuti umidi in centrale di produzione anche del biometano.

Come riferisce il sindaco, Patrizio Sidoti, «attualmente sono in corso gli allacciamenti alla rete del gestore, nella cui rete il biometano verrà immesso; seguirà l’esecuzione dei lavori veri e propri, previsti per l’inizio del 2023 e per i quali si prevede la durata di un anno. Nel frattempo, da parte del Comune di Annone è stata eseguita la richiesta di finanziamento sul piano Ponte che, se venisse concesso, consentirebbe un enorme risparmio alla società Silea, della quale tutti noi Comuni siamo parte».

Investimento da 10milioni

A eseguire l’intervento sarà la Pal-Green Division. L’investimento, per Silea, sarà di 10 milioni di euro; il biometano e gli incentivi statali - cioè, i certificati associati alla sua produzione - comporteranno entrate per circa 2milioni di euro: la produzione annua è stimata in un milione 800mila standard-metri cubi, immessi direttamente nella vicina rete Snam senza stoccaggio. Nella nuova struttura, in ambiente privo di aria, i rifiuti umidi fermenteranno rilasciando il gas, prima di riprendere il processo aerobico già attualmente svolto e dal quale derivano 7mila tonnellate di fertilizzante.

«Oggi, col solo processo aerobico - ha già avuto modo di ricordare il direttore generale della società Silea, Pietro D’Alema - il biogas si perde, e viene fermato dai filtri: ciò può comunque dare odori; in seguito, oltre a recuperarlo, migliorerà molto il problema della puzza; il compost sarà di qualità migliore e potrà essere certificato». Per D’Alema «l’obiettivo strategico d’incrementare la raccolta differenziata in provincia di Lecco ci porterà necessariamente, nel 2023, a circa 25mila tonnellate l’anno di rifiuti umidi da smaltire, cioè 3mila più di quante ne entrano nell’impianto di compostaggio oggi; inoltre, il compost non può essere fatto solo di scarti di cucina: serve un mix strutturante anche di verde e ramaglie».

impianto da 35mila tonnellate

Di qui la previsione di un impianto da 35mila tonnellate, con la produzione (invariata) di 7mila di fertilizzante. È possibile immettere biometano in rete Snam: il rifiuto di cucina, triturato e vagliato, va nel digestore chiuso ermeticamente, in cui i microrganismi compiono il processo di biodigestione anaerobica producendo biogas da sottoporre a raffinazione (di solito, con acqua pressurizzata). Così, l’anidride carbonica si separa dal metano: il biometano è gas con una percentuale di metano superiore al 95%. Al termine del processo, rimane anche una massa solida, alla quale si aggiunge il verde per avviarla al compostaggio tradizionale aerobico e continuare a ricavarne il fertilizzante.

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