«Padre Tentorio,
minacce ai testimoni»

Salta l’udienza per la scarcerazione di uno dei presunti assassini

A dieci anni e mezzo di distanza dalla sua uccisione, il prossimo mese comincerà il processo dei killer e dei mandati dell’omicidio di padre Fausto Tentorio .

La prima udienza del processo per omicidio del missionario del Pime, ammazzato a 59 anni dai colpi di pistola sparati da due professionisti il 17 ottobre 2011 fuori dalla chiesa della sua parrocchia di Arakan, prenderà il via il 26 aprile.

Tra poco più di un mese e mezzo, quindi, nelle Filippine, dove padre Fausto aveva trascorso trent’anni, lavorando per la difesa della tribù dei Manobo, andranno alla sbarra sette persone.

Si tratta di Ricardo Boryo Dorado, detto Nene, il capovillaggio arrestato lo scorso dicembre, proprio nel suo villaggio; con lui alla sbarra Jimmy e Robert Ato, tra i primi ad essere individuati e ritenuti i veri esecutori dell’uccisione del missionario; e poi Jan Corbala, Kaing Labi, Joseph Basol and Edgar Enoc.

L’altro giorno, il tribunale avrebbe dovuto esprimersi sull’istanza di scarcerazione su cauzione avanzata dai legali della difesa per Dorado, ma non lo ha fatto. I testimoni dell’accusa che avrebbero dovuto presentarsi, non si sono fatti vivi.

«In base a quello che mi hanno spiegato i miei contatti nelle Filippine - racconta Andrea Tentorio , nipote del missionario ucciso - non si sono presentati perché hanno avuto delle “pressioni”, diciamo così. Padre Geremia mi ha poi spiegato che sono stati minacciati e che quindi hanno preferito non farsi vedere. Il giudice non si è perciò espresso sull’istanza di scarcerazione su cauzione. Ha rinviato il tutto alla prossima settimana, quando dovrà decidere se accettarla o meno».

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