Lecco. Filiera dell’acciaio
Prezzi in calo e incertezza

Dopo una fiammata, le quotazioni dei prodotti della siderurgia mostrano un trend in diminuzione - Stefano Ferrari (Siderweb): «C’è una discesa della domanda, condizionata anche dal lockdown in Cina»

La guerra russo-ucraina ha sconvolto il settore dell’acciaio. Carenza di materie prime, terremoto sui prezzi, domanda che è stata influenzata da un’ondata di “panic buying”. Nelle ultime settimane, invece, qualcosa sta cambiando. I flussi sembrano essersi normalizzati e le quotazioni si stanno sgonfiando.

È importante quindi cercare di comprendere cosa accadrà nei prossimi mesi, quali siano stati i risultati per le imprese nel primo semestre e quali le attese nel secondo. A cercare di dare una risposta a queste tematiche e alla domande sulle prospettive per il comparto della distribuzione sarà Siderweb, che proporrà un nuovo webinar dedicato all’analisi della congiuntura siderurgica.

L’evento si terrà martedì 7 alle 11 e, oltre che fornire un quadro prospettico sul comparto siderurgico.

Nel 2021 l’Italia ha prodotto 24,41 milioni di tonnellate di acciaio (fonte: Federacciai). Nei primi quattro mesi del 2022, l’output è stato di 8,13 milioni di tonnellate, in calo del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Da dicembre 2021 a marzo 2022, la produzione ha sempre avuto il segno negativo, provocato soprattutto dal caro energia. Aprile è stato il primo mese positivo dell’anno.

L’Italia ha importato, nel 2021, 30 milioni di tonnellate di materie prime e prodotti siderurgici e ne ha esportati 18,3 milioni di tonnellate. L’anno ha fatto segnare un netto recupero: l’import è tornato sopra i livelli del 2019 e del 2018; quanto all’export, rispetto al 2019 mancano ancora 400mila tonnellate.

Ancora da capire se questa diminuzione dell’export sia stata provocata dalla ripresa del consumo interno o da una perdita di competitività delle acciaierie italiane sul mercato internazionale. La bilancia commerciale resta in deficit.

Quanto al consumo di acciaio, secondo la World steel association, in Italia nel 2022 scenderà di 500mila tonnellate rispetto allo scorso anno, fermandosi a 25,4 milioni di tonnellate, per poi salire a 26,3 milioni nel 2023.

In generale, i prezzi dei principali prodotti siderurgici sono in una fase di calo, dopo la violenta fiammata cominciata dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

«Siamo in un momento di passaggio: l’acciaio è alle prese con la gestione del circolo vizioso di calo dei prezzi e discesa della domanda. È tutto da vedere quale sarà l’esito – spiega il responsabile dell’Ufficio studi Siderweb, Stefano Ferrari -. Ci sono molti punti di domanda. Il primo rischio è legato all’andamento guerra; da tenere in considerazione c’è poi l’andamento dei contagi in Cina, dove i lockdown stanno rallentando soprattutto le attività portuali e l’export».

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