Lecco. Contratto integrativo alla Calvi
Previsto un premio da cinquemila euro

Dopo le preoccupazioni per la ristrutturazione firmato un documento vantaggioso per i lavoratori

Un contratto aziendale da leccarsi i baffi, pochi mesi dopo la preoccupazione per una ristrutturazione che si temeva potesse essere dolorosa: alla Calvi Spa è stato sottoscritto in questi giorni un accordo particolarmente vataggioso, che porterà nelle tasche di ciascun dipendente un premio di produzione da 5mila euro.

I dipendenti dell’azienda metallurgica che a Merate produce prodotti e profili speciali in acciaio, hanno approvato a larghissima maggioranza, durante il mese di aprile, il rinnovo del contratto aziendale per il triennio 2022-2024.

Dal punto di vista normativo, l’impianto del nuovo contratto ha confermato l’obbligo per l’azienda di coinvolgere Rsu e Rls su molti aspetti relativi all’organizzazione del lavoro. Sotto il profilo economico è stato concordato un premio di risultato pari a 5mila euro, suddiviso in acconti fissi garantiti a prescindere dalle performance aziendali e in una parte variabile, e sono stati stabiliti incrementi dei fondi pensione integrativi.

Altro aspetto significativo riguarda il trattamento della malattia, per cui vengono applicati i contratti nazionali più favorevoli a seconda del tipo evento. Infine, come allegato al contratto è stato inserito un documento relativo agli investimenti che la proprietà intende fare nel triennio.

«C’è ovviamente soddisfazione per l’importante risultato raggiunto e per le innovazioni introdotte nel nuovo accordo – ha spiegato la Cgil, che si occupa della Calvi con Domenico Alvaro -, tra le quali è opportuno citare gli indicatori di risultato legati alla qualità del prodotto che potrebbero far aumentare l’entità del premio, e che saranno oggetto di revisione dopo un primo anno di sperimentazione. Non si può dimenticare, tuttavia, che su alcuni temi ci sono ancora molti passi avanti da fare, come ad esempio in ambito salute e sicurezza: trattandosi di un’azienda dove le movimentazioni manuali sono frequenti, infatti, il rischio infortuni e malattie professionali è alto, 15 i casi nel 2021. In un’azienda in cui 130 dipendenti su 195 sono tesserati Fiom, e i sei componenti Rsu sono espressione della medesima organizzazione sindacale, i rapporti di forza consentono ai lavoratori di mobilitarsi per difendere i diritti acquisiti e rivendicarne di nuovi. I diritti si conquistano attraverso la contrattazione, senza attendere gesti di benevolenza da parte del datore di lavoro».

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