La preghiera di Delpini per suor Luisa

Lomagna In cinquecento, dentro e fuori la chiesa parrocchiale, per il rosario dedicato alla religiosa uccisa. L’arcivescovo dall’altare: «Ho subito desiderato essere qui: non con le parole, ma con Dio si cambia il mondo»

Ieri sera l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, è arrivato a Lomagna per condurre il rosario organizzato dalla parrocchia per pregare in memoria di suor Luisa Dell’Orto.

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Una chiesa stipata di gente, tutto il sagrato occupato, almeno 500 persone si sono raccolte per pregare per suor Luisa, le due sorelle e il fratello in prima fila davanti all’altare.Il vescovo è stato accolto, prima di tutti, dal parroco don Andrea Restelli, che gli ha dato il benvenuto, presenti anche i sindaci di Osnago e Lomagna, il prefetto ed il questore: «I frutti di bene di suor Luisa si vedono già da adesso, sono la sua eredità».

La folla

Monsignor Delpini ha detto di aver subito desiderato di essere presente a Lomagna per il rosario, desiderio condiviso da tantissimi concittadini della religiosa: «Siamo qui a pregare per la morte ingiusta e violenta di una donna mite e dedita ai poveri. Nonostante la tanta violenza, la cattiveria e l’ignoranza siamo qui a pregare. La storia non cambia con le chiacchiere, con le parole, con la deprecazione del male, siamo qui a pregare perché Dio si serve degli uomini e delle donne che accolgono la sua parola per cambiare il mondo».

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Come detto, c’erano tantissime persone, giovani, adulti, anziani, conoscenti e non, tutti vicini alla famiglia. Intanto anche tutti i vertici della chiesa italiana hanno voluto ricordare la religiosa: «Come il chicco di grano che muore per dare frutto, così il sacrificio di suor Luisa Dell’Orto, che rappresenta una testimonianza di dono totale di sé, possa contribuire ad un futuro di giustizia e di pace per Haiti e per il mondo intero, ferito da lacerazioni e divisioni», così il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha commentato l’omicidio di suor Luisa. Anche la Cei, in una nota, ha voluto manifestare la vicinanza alla famiglia: «Nel partecipare al lutto dei familiari e della comunità religiosa, la Chiesa in Italia eleva preghiere perché la morte violenta di questa sua figlia sia fonte di riconciliazione nella martoriata terra haitiana che vede un forte impegno della Cei a favore delle fasce più deboli della popolazione. L’intera comunità ecclesiale – si legge – si stringe attorno alle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld delle quali suor Dell’Orto faceva parte e alle missionarie e ai missionari italiani che spendono generosamente la propria vita in diverse parti del mondo, anche in contesti difficili e di guerra».

L’impegno

Suor Luisa era impegnata da 20 anni con i bambini di strada a Kay Chal, “Casa Carlo”, che era stata ricostruita grazie al sostegno finanziario della Caritas.

La tragedia è accaduta nei giorni scorsi. Suor Laura stava viaggiando a bordo della sua vettura quando sarebbe stata fermata e uccisa. Inizialmente, si era pensato a un tentativo di rapina. Versione che non avrebbe trovato conferme, così come non sarebbero stati trovati elementi per suffragare l’ipotesi di un tentativo di rapimento finito in tragedia.

Secondo quanto riferito alla famiglia dalla comunità religiosa in cui suor Luisa, piccola sorella del Vangelo di Charles De Foucauld, prestava servizio, infatti, si tratterebbe piuttosto di un assurdo e ingiustificato gesto di violenza, facilitato dalla sempre più diffusa circolazione delle armi che si sta verificando ad Haiti.

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