Incastrato da Facebook
Agli arresti un rapinatore

Ai domiciliari il presunto autore della rapina all’MD di Cassago: indossava nel post la stessa felpa

Ad incastrarlo una foto su Facebook in cui indossava la stessa felpa utilizzata per la rapina al supermercato Md di Cassago, dello scorso 2 ottobre. Per Ivan Longoni, 34 anni, residente a Nibionno, ma domiciliato a Monticello, affiancato dall’avvocato Lorenzo Magni, è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dal Gip Salvatore Catalano ed eseguita nella giornata di martedì dai carabinieri della compagnia di Merate.

Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, Longoni, disoccupato da 7 mesi, allo scopo di reperire soldi per acquistare sostanze stupefacenti, si sarebbe introdotto nel supermercato con il volto travisato e armato di un fucile da caccia detenuto illegalmente.

Avrebbe così puntato l’arma contro il cassiere intimandogli di dargli i soldi, riuscendo così a portar via i 696,89 euro contenuti nel registratore di cassa.

Poi, a bordo di una Fiesta Bianca con sacchetti di cellophane posizionati a coprire le targhe, si sarebbe allontanato raggiungendo la strada sterrata tra via Piave e via Costaiola dove si sarebbe liberato degli indumenti e del fucile utilizzati durante la rapina.

Infatti, proprio in quella zona i militari hanno rinvenuto i sacchi di cellophane azzurri verosimilmente utilizzati per coprire le targhe dell’auto, capi di abbigliamento, un paio di scarpe da lavoro e una doppietta da caccia calibro 12, compatibile con la descrizione fatta dai testimoni presenti al momento della rapina.

La stessa Fiesta Bianca, senza più il cellophane ad occultarne le targhe, sarebbe stata filmata dal sistema di videosorveglianza di Bulciago.

L’auto è risultata essere intestata alla moglie di Longoni e dalle indagini è stato accertato che era in uso a entrambi. Sul profilo Facebook della donna è stata anche trovata una foto di due anni fa in cui l’uomo indossa una felpa con cappuccio, raffigurante la bandiera della Repubblica Ceca con un boccale di birra e la scritta Praha, identica a quella rinvenuta dai carabinieri lungo la via di fuga del rapinatore.

Dalle successive intercettazioni ambientali è anche emerso che dopo la perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri, il presunto autore della rapina avrebbe chiesto a un conoscente di fare una telefonata anonima alle forze dell’ordine segnalando, sempre lungo la strada sterrata di via Costaiola, il ritrovamento di targhe contraffatte.

Una chiamata che aveva lo scopo di depistare le indagini, ma nei fatti dimostrando di sapere dove erano stati trovati il fucile e gli indumenti.

In base a questi elementi il giudice delle indagini preliminari ha disposto i domiciliari ritenendo sussistere il pericolo di reiterazione dei reati vista la necessità di soldi per acquistare la droga, oltre al tentativo già effettuato di inquinare le prove.

Inoltre ha ritenuto a rischio anche l’incolumità di uno dei testimoni, ben conosciuto dall’accusato.

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