I negozi: «Una vergogna
Mancati incassi per tre milioni»

Lecco Da oggi zona arancione, ma quanta rabbia. «Ci hanno chiuso una settimana per un errore assurdo»

Nel primo giorno della nuova zona arancione, i negozianti possono finalmente tornare a rialzare le serrande delle loro attività dopo una settimana di chiusura, decretata proprio nel periodo più intenso della stagione, quello dei saldi di inizio anno.

Si riparte, dunque, anche se sono ancora in vigore le limitazioni agli spostamenti che non permettono di muoversi dai comuni della provincia alla città per fare shopping. Si tratta comunque di una ripresa necessaria come l’aria, dopo undici mesi di lavoro a intermittenza e ristori insufficienti ad ammortizzare i mancati incassi.

si riapre

Nel pomeriggio di ieri, ultimo giorno di zona rossa, diversi commercianti si sono recati nei loro negozi per prepararsi ad accogliere i clienti in vista della riapertura di oggi. Ultimi ritocchi all’allestimento delle vetrine, cartellonistica per gli sconti riposizionata e merce pronta per la vendita. In tutti solo una grande amarezza di fronte alla settimana passata in zona rossa per un errore di calcolo degli indici sanitari. C’è chi si limita ad allargare le braccia e a scuotere la testa sconsolato e chi invece esterna la propria rabbia. «Quanto successo è pazzesco, commettono questi errori sulla nostra pelle e non si preoccupano se qui andiamo tutti a gambe all’aria», è il commento unanime dei commercianti lecchesi.

Una posizione che a nome della categoria viene rappresentata anche da Oscar Riva, presidente di Federmoda Lecco: «Siamo assolutamente sconcertati di quanto successo, ci hanno chiuso per una settimana per un errore. Qui si gioca con l’economia e con le persone: ci sono dipendenti che sono stati messi in cassa integrazione, mentre noi commercianti non abbiamo avuto il fatturato di una delle settimane più importanti dell’anno. Si calcola che si siano persi 100milioni di euro a livello lombardo».

Un dato che se riparametrato sulla popolazione lecchese significherebbe mancati incassi per 3 milioni di euro per i commercianti del territorio: «Un errore – continua Riva – commesso in un momento del genere, così delicato, in questi giorni di saldi che sono vitali. C’è chi a fine mese non riuscirà a ottemperare a tutti i pagamenti e magari con una settimana in più di lavoro ce l’avrebbe fatta. La seconda settimana di saldi è una delle più importanti dell’anno. Ci riserveremo anche di capire di chi sono le responsabilità e come associazione valuteremo se sarà il caso di rivalerci, dato che sicuramente gli associati ci solleciteranno di andare a fondo. Ci sarà il solito rimbalzo di responsabilità, ma non si può giocare su queste cose in un momento come questo».

Dopo lo stop

I saldi ripartono dopo 7 giorni di stop forzato: «Siamo riusciti a farli – prosegue – solo per una decina di giorni dopo il via del 7 gennaio. E tra l’altro sempre in zona arancione e per Lecco questo è un grande problema perché è una città che vive soprattutto con chi arriva da fuori e che nemmeno nei prossimi giorni potrà arrivare. Ora c’è solo la speranza che ci lascino lavorare. L’unica consolazione è che questo sacrificio che abbiamo sopportato quasi solo noi del nostro settore abbia almeno contribuito a far diminuire i contagi e non sia stato solo tempo sprecato».

L’orizzonte però continua a essere nero: «Inevitabilmente si va in contro a una nuova ondata di chiusure: già per la città ci sono molti negozi sfitti e ora c’è tanta gente che non ce la fa più, questo non solo nell’abbigliamento e nel commercio, ma anche per esempio fra i centri estetici. Ci sono state troppe settimane di chiusura. Il peggio arriverà quando verrà tolto il blocco dei licenziamenti, speriamo che prima si rimetta in piedi l’economia e lo Stato faccia qualcosa di più sui ristori, oggi la situazione è drammatica».

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